Si sa: tutte le strade portano a Roma. In questo periodo, poi, con bocconcini prelibati come certi allenatori che vivono qui, e in una fase della stagione in cui si deve completare il risiko delle panchine internazionali, si ravviva l'interesse per l'Urbe. Fino a una decina di giorni fa, come spesso gli capita negli ultimi mesi, era a Roma, alloggiato nel solito hotel su piazza del Popolo, Nasser Al-Khelaïfi, il presidente qatariota del Paris St Germain. Ufficialmente per gli impegni legati alla sua attività di presidente del circuito di Premier Padel, ma è noto che il Psg è anche alla ricerca di un allenatore per la prossima stagione, attestate le enormi difficoltà di Christophe Galtier nel gestire lo spogliatoio dei parigini e le bizze dei suoi campioni (in alcuni casi presunti tali).
A Roma, infatti, dimora José Mourinho, che è da tempo un obiettivo del club francese, anche grazie ai buoni uffici del ds portoghese Campos. Pro: José può dare un valore aggiunto nel carisma, nella gestione e nella capacità di giocare le gare a eliminazione diretta in Champions (vecchio tallone d'Achille del Psg); tra i contro, un gioco poco offensivo e piuttosto controllato. Ma l'ultima idea di Al-Khelaïfi, magari spuntata proprio nell'ultimo soggiorno romano, è il ct della Nazionale Roberto Mancini, che ha il profilo giusto anche lui: abituato a grandi panchine e a gestire campioni, a giocare d'attacco come deve fare il Psg, senza contare che conosce bene Verratti, il più anziano dello spogliatoio, e Donnarumma. Che ci siano già stati incontri, o abboccamenti con Mourinho e Mancini, potremmo dirvelo, e ovviamente arriverebbero smentite, perché in questa fase della stagione è tutto in divenire. Ma le idee Mourinho e Mancini sono di sicuro nel dossier di Al-Khelaïfi. Certo, c'è il piccolo particolare che entrambi i tecnici sono sotto contratto con la Roma e con l'Italia, ma a parte il fatto che entrambi vivono una fase complessa delle loro avventure e stanno anche meditando cambiamenti (Mancini è uscito delusissimo dalle ultime due partite azzurre, soprattutto quella di Malta), nella prossima estate i ribaltoni sono assicurati, c'è speranza di gloria per tanti.
Dove può andare Antonio Conte
Come per Antonio Conte, il cui rientro in Italia dopo la rescissione col Tottenham fa rumore, e crea scompiglio. Mentre agli Spurs potrebbe subentrargli Nagelsmann, appena giubilato dal Bayern, qualcuno in Italia dovrà fargli posto, e si sa già che il tecnico non chiederà stipendi all'altezza di quelli della Premier (altrimenti sarebbe rimasto in Inghilterra), ma accetterà offerte per forza di cose più basse, visto che è in un momento di riflessione sulle cose della vita. Premesso che un suo ritorno sulla panchina dell'Italia può non essere affatto un'ipotesi peregrina , la Juve sarebbe il suo approdo più naturale (se c'è un tecnico che incarna la juventinità alla perfezione, è lui), ma di recente la posizione di Allegri si è assai rinsaldata. Per Conte allora si aprirebbe la strada del Milan, mentre per molti versi il suo sarebbe il nome perfetto per la Roma del dopo-Mourinho, nel segno di una continuità (tattica e filosofica) che avrebbe un senso. Chi invece salperà per lidi esotici è l'ineffabile Carlo Ancelotti (e il Real Madrid si affiderà a Raul o a Pochettino): in Brasile lo aspettano a braccia aperte come ct, anche se lo vorrebbero pure i canadesi, che si preparano al Mondiale in casa (e lui ha moglie canadese). Ma Rio è una tentazione troppo irresistibile, per l'eroe di tutti i mondi del calcio.
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