Saper fare di necessità virtù è una capacità molto apprezzata, soprattutto in questi tempi precari, che ci richiedono sempre più spesso di attraversare ossequiosamente lo squallore della nostra sopravvivenza quotidiana, per poterci definire degli uomini inseriti (Gaber è sempre d’attualità).
Dunque, si comprendono le difficoltà e le ristrettezze con cui si combatte anche da queste parti. E però Roma e Lazio negli ultimi anni avevano dimostrato di saper fare di necessità virtù, prendendosi pure qualche soddisfazione. Non è passato un secolo dall’ultima onorevole partecipazione nelle coppe dei giallorossi (semifinale di Europa League con il Manchester United dell’anno scorso), né dall’ultimo trofeo biancoceleste (Supercoppa italiana del 2019). E quelle squadre non erano tanto diverse né più forti di quelle che vanno in campo ora, che invece sembrano prive di ambizioni, quasi rassegnate a far passare questa stagione, ormai compromessa, ma vedrete che la prossima andrà meglio, o magari quella dopo, chissà. Già, chissà se ce la fa, diceva il motivetto di quel popolare programma tv. Noi scommettiamo che non ce la faremo, se l’unica strategia continuerà a essere fare le nozze coi fichi secchi. Un’abilità che nemmeno José Mourinho e Maurizio Sarri posseggono, e onestamente sarebbe chiedere troppo anche a loro. Dunque, cosa faranno i Friedkin e Lotito? Anzi, cosa stanno facendo? In Formula 1, quando si capisce che la macchina è sbagliata, si lavora subito e con tutte le energie a farne una giusta per la stagione successiva. Ma se le intenzioni non sono queste, se all’orizzonte di questa traversata del deserto non appaiono tracce almeno baluginanti, che bisogno c’era di prendere due allenatori così?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Profilo Abbonamenti Interessi e notifiche Newsletter Utilità Contattaci
Logout