Tra Inghilterra e Stati Uniti è una questione di famiglia

Calcio d'inizio stasera alle 20, a Southgate serve una vittoria per raggiungere gli ottavi con un turno d'anticipo

Venerdì 25 Novembre 2022 di Stefano Boldrini
Tra Inghilterra e Stati Uniti è una questione di famiglia

Con il Portogallo l'Inghilterra vanta l'alleanza più antica del mondo, ma con gli Usa c'è qualcosa di più di un semplice sodalizio: è un rapporto tra cugini o fratelli lontani. In certi momenti, può esserci una fase di bassa, ma quando intervengono questioni serie, le incomprensioni sono messe da parte e trionfano i buoni sentimenti. Oggi l'Inghilterra sfida per la terza volta in un mondiale gli Stati Uniti e cerca, in questo palcoscenico, il primo successo contro la nazionale stelle e strisce. Il 29 giugno 1950 ci fu il clamoroso 1-0 degli americani, con la firma di Joseph Edouard Gaetjens, haitiano naturalizzato statunitense, 14 anni dopo giustiziato dalle milizie del dittatore François Duvalier. Il 12 giugno 2010, finì 1-1: i Tre Leoni di Fabio Capello pagarono un errore del portiere Green. Gli Usa vinsero 2-0 il 9 giugno 1993, nella Us Cup. L'Inghilterra si è aggiudicata tutte le otto amichevoli, l'ultima il 15 novembre 2018. In sintesi, quando il risultato conta, trionfano gli Stati Uniti. Quando si gioca per divertimento, sorridono gli inglesi. Gareth Southgate vuole rompere gli schemi, ma non solo per correggere la storia: in caso di successo, i Tre Leoni sbarcheranno negli ottavi con un turno d'anticipo.

Potranno vivere il derby con il Galles senza stress.


LEGAMI
I legami storici tra i due paesi sono ribaditi dalla rosa degli Usa: il centrocampista Yunus Musah, l'esterno mancino Antonee Robinson, il difensore centrale Cameron Carter-Wickers e l'allenatore dei portieri Aron Hyde sono nati in Inghilterra. «Non so davvero che cosa proverò all'ingresso in campo», racconta Musah, nato a New York, cresciuto in Italia e diventato adulto a Londra, 20 anni il 29 novembre. Tra il 2008 e il 2012 giocò nel vivaio del Giorgione. Ha indossato la maglia delle nazionali giovanili inglesi dall'Under 15 all'Under 18, ma nel 2020 scelse gli Stati Uniti. «Metà famiglia tiferà per gli Usa, l'altra metà per l'Inghilterra», ammette Carter-Vikers, originario di Southend-on-Sea, nell'Essex. C'è poi il discorso calcio in senso stretto: Pulisic (Chelsea), Adams e Aaronson (Leeds), Turner (Arsenal), Robinson e Ream (Fulham), Sargent (Norwich) giocano in Premier e Championship. Southgate ha sottolinea questo aspetto: «Molti calciatori degli Stati Uniti ci conoscono bene, corrono molto, fanno pressing e hanno un ottimo coach. Bisogna fare attenzione. Noi vogliamo qualificarci il prima possibile, ma mi aspetto una gara diversa rispetto a quella di lunedì. Kane è disponibile, gli esami clinici sono stati rassicuranti, si è allenato bene, ci vuole coraggio a lasciarlo fuori». Il redivivo Maguire, da mesi nel mirino dei tifosi del Manchester United, contro gli Usa festeggerà le 50 presenze in nazionale: «Negli ultimi tempi mi sono allenato di più anche a livello individuale per superare il momentaccio ed essere pronto per il mondiale. Ho sempre creduto di poter far parte di quest'avventura». Il popolo dello United pensa ad altro: la Apple, il gigante della moda spagnolo Amancio Ortega e il solito miliardario Jim Ratcliffe sono in corsa per rilevare il club, in vendita ad almeno 5 mld di euro. Dagli Usa a proposito d'intrecci -, i Glazer, proprietari del club: «Non venderemo a chi offre di più, ma al miglior compratore».

Ultimo aggiornamento: 14:37
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