La metamorfosi da talento a fenomeno è quasi completa.
SERBO D’ORO
La lectio magistralis all’Arechi riporta Milinkovic nell’Olimpo delle mezz’ali più forti. Parola di Sarri: «Ho allenato centrocampisti di altissimo livello. Kantè, Kovacic, quelli della Juventus, Zielinski, Hamsik. Sergio rientra fra questi». Se lo godono fino all’ultimo i tifosi biancocelesti. Pur sapendo ormai tutti che, per aprire un nuovo ciclo, questo serbo debba essere sacrificato a giugno sull’altare dei rinforzi veri. Magari però potrà essere più facile ingoiare il boccone amaro con una cifra a due zeri. Lotito spera che Milinkovic continui così per poter tornare a chiedere più di 80 milioni: «Nel 2018 ne rifiutai 110», ricorda ormai il patron dalla notte dei tempi. Stavolta il Manchester United è in pole, Juventus e Inter restano vigili. Anche se il sogno di Sergej rimane il Real Madrid.
Tutti avvelenati sabato sera a Salerno dalla puntura dello scorpione di Milinkovic: «Merito dell’atteggiamento dei miei compagni», aveva bisbigliato a caldo il serbo. Salvo poi ripensarci, dopo aver rivisto la sua magia nelle immagini: «Di tacco, al volo, non può valere solo +1 al fantacalcio quell’assist. Fate una petizione per mezzo voto in più, io intanto mi godo i 3 punti». Ruolo in teoria diverso in campo, ma a volte sembra Ibra non solo per la stazza e per i movimenti. Innanzitutto per quella spocchia ironica, che tanto amano i laziali. Anche Milinkovic la alimenta coi numeri: gli mancano due assist per raggiungere il record dell’anno scorso di 10. Non solo. Vuole agguantare Luis Alberto a quota 75 passaggi decisivi dietro soltanto alla stella del Manchester City Kevin De Bruyne (86) in tutta Europa, negli ultimi 5 anni.
ANSIA PER PEDRO
Chissà se Sarri si potrà permettere di far riposare il vice-capitano domani sera contro l’Udinese negli ottavi di Coppa Italia. Ma con Pedro out per il polpaccio (almeno sino al 6 febbraio) e Muriqi in partenza, Milinkovic rischia di diventare pure il vice-Immobile in casa. In realtà, ormai Sergej è già una punta aggiunta. Risale all’Empoli l’ultima doppietta, nel giorno della Befana, ma la sua vena realizzativa rimane la stessa del 2017/18, l’unica stagione della doppia cifra in Serie A. Anche allora era a 7 timbri alla 22esima giornata, quando poi chiuse a 12 reti e 3 passaggi vincenti l’annata. Rispetto all’era Inzaghi, Sergej ha avuto più difficoltà con Sarri in fase difensiva, ma ora diventa devastante quando il tecnico lo sgancia. Morde per se stesso e per i compagni sotto porta.
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