Ora è ufficiale: Rino Gattuso non è più l’allenatore del Milan. Ha deciso di lasciare la panchina rossonera nonostante avesse ancora due anni di contratto perché il suo rapporto con il club va al di là del denaro. C’era troppa distanza con le nuove ambizioni di Ivan Gazidis, l’ad che per rilanciare la squadra ha più volte ribadito l’intenzione di puntare sui giovani (lo impone anche la Uefa con il suo fair play finanziario), mentre l’ex tecnico al termine della partita di Ferrara con la Spal aveva detto chiaramente di voler giocatori d’esperienza. Ripetere questa annata, 68 punti a una sola lunghezza dal quarto posto, era praticamente impossibile.
ENNESIMA RIVOLUZIONE
L’addio di Gattuso non è un buon segnale per il club di via Aldo Rossi. Tra l’altro il divorzio è avvenuto con un gesto controcorrente: una rescissione consensuale perché l’amore per il Milan non fosse soltanto una questione di soldi. Così cala il sipario sulla sua avventura, dopo 18 mesi quando il 27 novembre 2017 era subentrato a Vincenzo Montella. Mesi difficili, vissuti sempre sul filo della critica e di un esonero. Lo spogliatoio è stato il punto di forza di Rino. Nei momenti più delicati la squadra ha dimostrato sempre di essere dalla parte del suo allenatore. A dimostrazione del rapporto sincero e schietto che Gattuso ha saputo instaurare con i suoi giocatori.
POSSIBILI SOSTITUTI
Al suo posto piacciono Jardim del Monaco e Marc van Bommel del Psv.
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