A Perugia la prima in Italia di Maradona
Il risultato fu una vera sorpresa

Giovedì 26 Novembre 2020 di Remo Gasperini
Perugia Napoli 29 agosto 1984


PERUGIA Non ci crederete, ma in una sera di estate del 1984 i grifoni fecero le scarpe a Maradona nell’unica sua apparizione perugina.

Capitò nel match di Coppa Italia giocato al Curi il 29 agosto, una data cerchiata in rosso nell’album dei ricordi del calcio perugino. Non per il risultato, con il Napoli finì 0-0, ma per il semplice fatto che in maglia azzurra c’era Diego Armando Maradona. Il giovanissimo Dieguito che a 23 anni era passato dal Barcellona al Napoli per la cifra record di tredici miliardi di lire e 800 mila dollari all'anno per lui. Al Curi quella sera, per vedere lui, c’era una curva gremita di tifosi partenopei e una tribuna stampa piena di prime firme. Il Perugia di Agroppi si prese la soddisfazione di fermare il “pibe de oro”. E qui siamo alle scarpe. Anzi alla scarpa destra che nella ripresa uscì dal piede del campione dopo l’ennesimo contrasto con uno straordinario Corrado Benedetti che Agroppi aveva messo alle sue costole in seconda battuta. Non giocò una grande partita Diego che in squadra aveva i “perugini” Dal Fiume e Bagni, ma vederlo fu comunque uno spettacolo. Anche quando venne fermato il gioco per fargli raccogliere la scarpa. A poche ore dalla sua morte, chiunque ha avuto un contatto con Maradona, ha qualcosa da raccontare. Un ricordo umbro di Diego arriva dal Sud America. Antonio Rossellini, folignate e mentore del Foligno più romantico, agente Fifa che ha messo lo zampino sull’arrivo in Italia di giocatori come Careca, Alemao, Cerezo, Falcao, Junior e Zico, da Copacabana dove vive ormai da anni rivela un aneddoto. «Maradona con me è stato sempre squisito. Quando l’ho incontrato, sempre lui a salutarmi per primo. Sarà perché ci siamo conosciuti all’aeroporto di Milano. Il manager del Boca, che era in tourneé in Europa, mi chiese all’improvviso di organizzare un’amichevole in Italia – tentai con il Milan. Ero scettico invece Rivera, che era vice presidente di Colombo, riuscì a mettere insieme una mista Milan-Inter e la partita si fece. Andai all’arrivo del Boca all’aeroporto e lì venne fuori che il ragazzino- Maradona, con gli altri tutti pronti in fila per passare la frontiera, non trovava il passaporto. Credeva di averlo in valigia invece se lo era dimenticato in albergo a Parigi. In gran fretta interessammo il console che in via eccezionale gli fece un permesso di 24 ore e così poté giocare a San Siro». Ricordo meno felice ma più pubblicizzato quello sui Stefano Tacconi da Ponte Felcino. «Aver preso gol da Diego Armando Maradona per un portiere è un orgoglio, non una sconfitta – ha raccontato all’Ansa Tacconi, grande portiere della Juventus degli anni '80 fino ai primi del ’90. «Sono 35 anni che viene ricordato il gol che Diego mi fece su punizione con il pallone all'interno dell'area di rigore in Napoli-Juventus, è stato il secondo gol più bello di sempre segnato da Maradona, dopo quello all'Inghilterra». Aggiunge Francesco Emanuele, già presidente di lungo corso della Federazione Paralimpica umbra: «Maradona ho avuto la fortuna di ospitarlo insieme alla comunità di Terni in un incontro di calcio tra Italia-Argentina, organizzato dal grande portiere, tra vecchie glorie. Diego e Stefano, si muovevano per beneficenza a favore del nascente Comitato Italiano Paralimpico. Un riverente grazie a un uomo munito di grande generosità». Remo Gasperini

Ultimo aggiornamento: 09:26
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