Accertato in via definitiva che il calcio(mercato) ormai abbia completamente deragliato sul binario dei soldi – che valgono suppergiù come quelli del Monopoli – è sempre curioso rimettere in prospettiva la striscia a fumetti della realtà. E così, a voler fare un paio conticini, si scopre che due giocatori di 25 e 28 anni, di mestiere centrocampista offensivo e centravanti, costino – uditeudite – quanto sette Frecciarossa 1000. Non uno, non due e nemmeno quattro treni: sette e mezzo. Follie? Follie. I ragazzi che costano in coppia 232,5 milioni di euro vanno famosi nell’universo con i nomi di Jack Peter Grealish e Romelu Menama Lukaku.
Come tanti giocatori inglesi, giacché assai talentuoso, Grealish è anche incline a sbordare sul versante effervescente della vita. E dunque. È nato a Birmingham nel ‘95, è di origine irlandese per via dei nonni paterni e del nonno materno e ha frequentato le scuole cattoliche. Non solo: tra i 10 e i 14 anni si è pure esibito nel calcio gaelico. Tempo un paio d’anni, però, e si è deciso per il pallone vero ma non per la nazionalità, dal momento che ha vestito le maglie dell’Irlanda Under 17, 18 e 21 per poi abbracciare di colpo i colori dell’Inghilterra Under 21 e della nazionale maggiore. Quanto al club, be’, neppure a dirlo: nel correre dei vent’anni compresi tra il 2001 e il 2021 è diventato un fiore del vivaio dell’Aston Villa – a parte la parentesi di un anno nel Notts County. È entrato nel settore giovanile a cinque anni; ha lasciato la squadra a 25. Intanto si è guadagnato la convocazione inglese per Euro VentiVenti, arrivando a giocare pure la finale con l’Italia. E comunque. Grealish piace ai bimbi, piace alle ragazze e piace anche al popolo dei social, se è vero che ha accumulato 3,8 milioni di follower su Instagram. La cantante Rihanna lo entusiasma particolarmente. Hanno però raccontato i sempre ottimamente informati giornali inglesi che a convincerlo a trasferirsi al City sia stato nientemeno che John Terry.
Ben coccolato da Guardiola, come detto, Grealish ha segnato contro il Norwich e ha esultato lasciando distrattamente scivolare una buona dose di polemica: orecchie chiuse con le dita, a non voler più ascoltare le critiche. Ma dev’essere una piccola peste, Jack. Esempi? Prego. Oltre un anno fa ha violato il lockdown ed è stato sanzionato dall’Aston Villa. Poi gli è stata anche sospesa la patente e comminato un multone da paura (82.500 sterline) per aver semidistrutto, con il suo macchinone, una serie di auto parcheggiate. Alle volte, però, sul suo volto si disegna uno sguardo malinconico – e d’improvviso, in fondo agli occhi, brilla come il filamento incandescente di una lampadina. E allora, chissà, forse la mente torna al 2000, quando il suo fratellino Keelan è volato via a nove mesi. Così, giusto nella primavera del 2018, Jack ha voluto ricordarlo, pubblicando una foto sui social. E ancora oggi, a pensarci, il cuore piange un po’. Ma adesso potrà ripartire verso l’occasione di una vita. Come Lukaku, del resto. Sfrecceranno su binari paralleli, di rado vicini, spesso lontani, magari sovrapposti. Ché i fili del tempo spezzati, poi, si possono riannodare in un attimo. Da ora è tutta discesa, sì: è tutta dritta.
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