È una Lazio scatenata. Quarto clean sheet e terzo poker consecutivo con che Sarri ci mette anche il carico: «Il mio sogno prima di smettere è quello di allenare la Lazio allo stadio Flaminio e spero che lo stadio possa essere chiamato Tommaso Maestrelli».
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Eppure il segnale dato a Sarri piace, ma guai a sognare troppo in grande: «Siamo dei maratoneti. Abbiamo fatto 3 km e ne dobbiamo correre 39. C'è poco da guardare la classifica». E sui singoli: «Vecino oggi era una necessità. Marcos Antonio 90 minuti non li fa da gennaio ed era impensabile portarlo oltre i 65. Avevo già parlato con Matias e Luis Alberto. Uno dei due avrebbe fatto il play». Impossibile poi non soffermarsi su Immobile: «Ciro è speciale. Un ragazzo con i suoi numeri è di un'umiltà e disponibilità che mi fa capire perché il popolo laziale si sia innamorato di lui. Questo gruppo al di là delle battute d'arresto ti fa innamorare». Chissà se tutto questo amore produrrà un'accelerazione pure in Europa League: «Pensavamo di essere in un girone normale e invece si è complicato. Ci terrà sul pezzo fino all'ultimo minuto dell'ultima partita».
TOP TEN
Di certo il tecnico potrà contare sul suo bomber, anche oggi in campo per tutta la gara: «Lasciando stare qualche colpo subito sto bene, ma dopo vittorie così la stanchezza passa in secondo piano». È quasi emozionato Immobile, fresco dell'ingresso nella top ten dei marcatori di Serie A raggiungendo il suo mito Del Piero, Gilardino e un certo Signori che in quanto a ricordi, ne ha lasciati di indelebili in biancoceleste: «Per me che lo vedevo giocare da bambino raggiungerlo è davvero una soddisfazione enorme. Superarlo? Sì, ma sempre con rispetto». È un Ciro sognatore che non vuole più fermarsi: «Punto sempre al massimo. Poi è chiaro che l'età avanza, ma con una squadra che mi conosce così è tutto più semplice. Il massimo di ognuno è tanta roba e penso stasera si sia visto». Determinante per la sua corsa ai record anche Sarri: «Il mister e lo staff lavorano giorno e notte per preparare le sfide e io cerco di dargli una mano da capitano dando una parola di conforto se vedo qualcuno giù». Leader nello spogliatoio così come nelle classifiche all-time della Lazio, il luogo della sua consacrazione. Ora Ciro non ha più limiti.
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