Lo strappo è profondo e, a primo impatto, sembra quasi impossibile ricucirlo.
INCONTRO AL RIBASSO
Nessuno sarà cacciato, non è il modus operandi di Lotito. Che pure già dall’estate scorsa non era più convinto d’Inzaghi per come aveva bruciato nel post-Covid la corsa Scudetto. Titubanze e irritazioni sono proseguite per tutto l’anno, nonostante l’accesso agli ottavi di Championsì. In questi mesi è finito pure Tare sotto processo, ma lui ha scaricato su Simone le colpe per il mercato spesso (non presenze alla mano) inutilizzato. Lotito ora si trova a un bivio, domani presenterà una proposta biennale da 2,3 milioni a stagione (praticamente la stessa di quanto guadagna sino a giugno) a Villa San Sebastiano. La scusa sarà quella dei minor introiti dell’Europa League, Inzaghi dovrà decidere se accettare o dire addio. Può sembrare comunque una mossa per accompagnarlo all’uscio, ma occhio ai colpi ad effetto.
DS E DT IN BILICO
Non ci sta a far passare da martire Inzaghi, Lotito. Anche perché pure a Tare non perdona il fallimento. Non a caso, vuole provocarlo togliendogli la Primavera e inserendo Bianchessi al suo posto: questo sta addirittura inducendo il ds, dopo 12 anni, a seri pensieri d’addio. Anche se è convinto che Gattuso riuscirebbe a valorizzare il suo ultimo mercato l’anno prossimo: in caso di congedo a Simone, Rino rimane in pole position, ma Lotito ha nuovi dubbi dopo il fallimento Champions a Napoli all’ultimo secondo. Anche l’ex Mihajlovic spera, Sarri costa troppo. Chissà se resterà nell’area tecnica pure Peruzzi, dopo gli screzi sul caso Luis Alberto, non più convinto al 100% di proseguire con Lotito anche il prossimo anno. Rivoluzione o bluff a Formello.
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