ROMA Morire per poi rinascere con 5 trionfi di seguito (mai centrati prima da Sarri, dal suo sbarco nel 2021) e, in poco più di un mese, conquistare ottavi di Champions, semifinale di Coppa Italia, e soprattutto riportarsi a un passo dal quarto posto in campionato. Adesso sono un dettaglio 5 punti in meno dopo 20 giornate rispetto allo scorso anno, è un miracolo il processo di crescita riuscito in un batter d'occhio. Dopo il ko di un mese fa contro l'Inter, la Lazio ha spiccato il volo, ma la svolta è arrivata fra le macerie di Salerno in cui Sarri minacciò le dimissioni per dare un segnale forte a tutto il gruppo. Il giorno dopo quel capitombolo, Lotito disse di aver dato «carta bianca» al ds Fabiani, che ribaltò lo spogliatoio: «Abbiamo perso contro l'ultima. Ora basta. Se qualcuno pensa che l'allenatore venga sollevato si sbaglia, la melma la mangiamo tutti insieme adesso». Ripristinati i ritiri della vigilia obbligatori, i confronti continui fra giocatori e tecnico. Dopo l'1-0 risicato col Cagliari, Lotito giustificò i fischi dell'Olimpico: «I tifosi hanno ragione perché non si può vincere in 10 contro 11 in quel modo.
LA FERMEZZA
È servito il pugno duro per scuotere la vecchia guardia, forse appagata dal secondo posto: «Adesso le gerarchie si azzerano», disse Mau, a un certo punto. Dopo un battibecco in campo e nello spogliatoio con Immobile a Madrid, panchina con l'Inter per Luis Alberto, da gennaio 2023 titolare indiscusso. La Lazio perse per un retropassaggio di Marusic su Lautaro, ma Sarri apprezzò lo spirito: «Abbiamo dimostrato di poter battere la capolista, siamo ancora quelli dell'anno scorso». E la sera, alla cena di Natale, il bis di Lotito: «L'Inter segnerà la nostra rinascita. Ripartiremo da Empoli con un altro piglio». Profetico, da allora mai più un ko. Merito anche del nuovo metodo Fabiani, pronto a dare un taglio al passato: «Via gli egoismi, conta solo la Lazio, faremo le pagelle a giugno. Se qualcuno mostrerà appagamento, userò il bisturi nello spogliatoio». Sarri lo ha seguito, senza guadare più in faccia nessuno, e ha fatto sentire tutti parte del progetto. Domenica bacchettata per l'approccio al giovane Isaksen, sia pure decisivo nelle settimane degli acciacchi di Immobile e Luis Alberto. Nei 24 giorni del ruolino vincente Mau ha schierato 25 titolari differenti, tra il derby e l'altro ieri effettuato altri 6 cambi, ruotato tutto l'organico: l'alternanza Lazzari/Pellegrini, i centrali difensivi Romagnoli-Gila con Patric (spalla destra ok dopo il controllo), i registi Cataldi-Rovella (entrambi diffidati rischiano il Napoli con un giallo in Arabia), addirittura Mandas e non solo. Aggregati dalla Primavera i giovani Renzetti, Ruggeri, Sardo e il solito Saná Fernandes per la partenza per Riad oggi a mezzogiorno. Domattina il primo allenamento: Castallenos è out, ma sarà col gruppo.BASIC-SALERNITANA: È FATTA
Dall'Inter all'Inter, in Supercoppa si punta a un altro epilogo: «Vogliamo vincere il trofeo. Ho investito oltre 100 milioni sui nuovi acquisti - le parole alla Regione Lazio - e ora si è creata un'alchimia nello spogliatoio. C'è una certa rotazione rispetto al passato e siamo tornati in corsa per tutto». Basic non fa più parte dei piani e va a Salerno, dove è rinata la Lazio: «Non verrà sostituto ha ammesso Sarri e con Fabiani non abbiamo parlato di rinforzi a gennaio». Solo Kamada (sirene dal Galatasaray) o altre uscite potrebbero cambiare gli scenari di mercato, c'è voglia di cogliere un affare (occhio a Girma) al volo. Intanto avanti con la sesta, l'ultima marcia per tornare davvero in paradiso.© RIPRODUZIONE RISERVATA