Juve, manovra stipendi: verso accordo per il patteggiamento. Oggi il verdetto: ipotesi maxi-multa

La società bianconera ha chiesto e ottenuto dal Tribunale Federale di anticipare a domani mattina il processo sul filone stipendi previsto inizialmente per il 15 giugno

Lunedì 29 Maggio 2023 di Alberto Abbate
Juve, si va verso accordo per il patteggiamento sugli stipendi: processo anticipato a domani

Sentenza Juve - È patteggiamento, il calcolo della Juventus forse è giusto: pagare tutto e subito, senza compromettere la prossima stagione, scontando persino la mano pesante della Uefa entro la fine di questo campionato.

Un anno in purgatorio, senza trofei ed Europa, d’altronde può fare molto meno male al bilancio di un biennio, soprattutto con la possibilità di non ripartire ad agosto con un nuovo gap e di riprendersi immediatamente la Champions. Accelerata strategica anche sul filone legato alla «doppia manovra stipendi e partnership sospette», il cui processo si sarebbe dovuto tenere il prossimo 15 giugno. 

 

Manovra stipendi, verso il patteggiamento

Ieri la società bianconera ha chiesto e ottenuto dal Tribunale federale nazionale di anticipare la questione oggi stesso perché in serata ha trovato l’accordo con il procuratore federale Chiné sul patteggiamento: si puntava a una maxi-ammenda, ma è più probabile che nella notte sia arrivata anche su un paio di punti di penalizzazione la stretta di mano. Stamattina alle 10.30 l’intesa dovrà essere validata dai giudici federali e, in caso di ok, dovrà passare ancora al vaglio del procuratore generale dello sport, Ugo Taucer, per il sigillo definitivo. La Vecchia Signora può anche rinunciare all’Europa League in anticipo: con un altro -2 dalla Giustizia Sportiva diventerebbe impossibile l’aggancio alla Roma (oltretutto se i giallorossi dovessero vincere la finale di Budapest, sarebbero in Champions), a quota 60 al sesto posto, e all’Atalanta a 61. Per carità, almeno temporaneamente, la Juve rimarrebbe in Conference, ma poi interverrebbe la Uefa per bloccarla e rimpiazzarla con chi fra Torino (favorito), Monza, Fiorentina (in caso di ko a Praga) e Bologna conquisterà l’ottavo posto all’ultima giornata di campionato. C’è comunque una pena - anche per la Superlega - da scontare con il massimo organismo europeo. Meglio quest’anno e non il prossimo, forse anche questo è studiato a tavolino.

La strada

I dirigenti sotto accusa sono ancora l’ex presidente Andrea Agnelli, l’ex vicepresidente Pavel Nedved, l’ex Cfo Fabio Paratici, l’attuale direttore sportivo Federico Cherubini, Giovanni Manna (all’epoca dei fatti direttore sportivo della Under 23), Paolo Morganti (all’epoca dei fatti Head of football operations) e Stefano Braghin (all’epoca dei fatti direttore del settore giovanile), la violazione è quella della slealtà sportiva dell’art 4 per cui - sul caso plusvalenze - si è già pagato un pesante dazio. Non lasciavano molto altro margine di manovra proprio quei 10 punti di penalizzazione comminati lo scorso 22 maggio dalla Corte federale d’Appello. Il primo a far intuire che questa sarebbe stata la strada percorsa dalla Juventus era stato domenica il capo dell’area sportiva della Juventus, Francesco Calvo. Prima del big match contro il Milan aveva parlato dei processi come di «acqua passata, ormai è definitiva», chiudendo da un lato all’ipotesi ricorso al Collegio di garanzia presso il Coni per quanto riguarda le plusvalenze e lasciando intuire dall’altra che per il secondo processo il cammino verso il patteggiamento era concreto. Le trattative con il procuratore Chiné proseguivano da giorni, ieri notte è stato trovato l’accordo definitivo. Fino alla sentenza shock del -15 il fronte «stipendi» era ritenuto quello che presentava i rischi maggiori, ma poi l’atteggiamento collaborativo del club bianconero ha permesso di giocarsi un credito con la giustizia sportiva per questo secondo tempo. Oggi sapremo il responso.

Ultimo aggiornamento: 30 Maggio, 12:07
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