D’accordo, tonnellate di fake news anche molto meno credibili circolano indisturbate tra gli schiamazzi ogni giorno – anche adesso. Eppure. Questa storia proviene chiaramente dal paese delle meraviglie, ha ballato con l’assurdo, ha costeggiato il fantastico e ha cenato con l’impossibile. Poi, bruciando quintali e quintali di quella benzina che è lo stupore, si è scolata l’oceano ed è atterrata sulle nostre scrivanie. Insomma. Jackson Martinez, il calciatore colombiano, è diventato un cantante. Potrebbe serenamente finire così, ma non può chiudersi così una faccenda del genere. No. A rendere la vicenda vagamente paragonabile a un racconto imbevuto del realismo magico di Garcia Marquez (colombiano, guarda un po’...) provvede il particolarissimo ramo musicale cui Jackson ha voluto fornire il proprio contributo. Ovvero: l’hip hop cristiano.
Jackson Martinez, dal calcio all'hip hop cristiano
Dunque, ricapitolando a beneficio degli esterrefatti e degli sconvolti: Jackson Martinez è diventato un cantante di hip hop cristiano. Non chiudete il giornale: non è uno scherzo. Anzi, è tutto vero, abbiamo le prove: e basterà anche a voi digitare semplicemente le parole Jackson e Martinez su YouTube per avere conferme dirette.
Dani Osvaldo «Prendo la vita Ballando». Intervista all'ex giocatore della Roma
Come i fanatici del calcio estero non dimenticheranno, Jackson Arley Martínez Valencia, nato a Quibdò, Colombia, il 3 ottobre del 1986, è stato davvero un bel giocatore. Un grande attaccante, dovendo essere più esatti. Alto (ora) un metro e 85, da bimbo voleva diventare un giocatore di pallacanestro: poi, a 13 anni, è entrato timido timido nel vivaio dell’Independiente Medellin (adeguatamente soprannominato Poderoso de la Montaña) e, dieci anni più tardi, ne è uscito da spavaldo dominatore dell’area di rigore. A parte i maniaci del pallone sudamericano (che sicuramente lo consideravano un fuoriclasse già quando andava in quarta elementare), noi lo ricordiamo segnare slavine di gol nel Porto: 92 in 136 apparizioni, per capirci. Medie da eroe. E naturalmente non si può non citare la doppietta contro il Giappone nel Mondiale del 2014. Tra le tante cose, era soprannominato Cha Cha Cha perché il padre, Orlando Martinez, era un giocatore – di seconda divisione – e festeggiava i gol mettendo in scena una specie di danza da più di qualcuno ipoteticamente riconducibile al cha cha cha.
Dopo essere transitato a peso d’oro dal Porto all’Atletico Madrid (35 milioni) e dall’Atletico al Guangzhou in Cina per la pazzia di 42 milioni di euro (e 12,5 l’anno di ingaggio...), Jackson nel 2018 si è incagliato al largo del Portogallo nel piccolo Portimonense.
Grazie alla fede cristiana, spesso e volentieri sbandierata su Instagram in un profilo da 685 mila follower, ha ritrovato il proprio destino, la serenità, una certa nitidezza del suo camminare. Si è riallineato a se stesso, ecco, anche insieme alla moglie Tatiana e al figlio Josué. E ha eremiticamente seguito i desideri e le passioni: il 14 settembre è sbucata su YouTube la canzone Bendeciré Tu Nombre (Benedirò il tuo nome) e, il 12 ottobre, Escucha (Ascolta), in grado di calamitare già oltre 60 mila visualizzazioni fin dagli arcipelaghi più remoti del magico mondo del web. «Il messaggio che intendo mandare è che non valorizziamo abbastanza gli aspetti semplici della vita», ha spiegato Jackson.
Certo, stride parecchio ricordarlo incenerire brutalmente portieri qualche anno fa, e ritrovarlo oggi a scolpire rime nell’aria. Sembra uno scherzo. Ma forse è solo la sua felicità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA