Ci sono molti asterischi nei nomi dei convocati per le sfide della Nazionale contro l’Estonia (amichevole, a Firenze), la Polonia (Nations League, a Reggio Emilia) e la Bosnia (Nations League, a Sarajevo). Ovvero, il nome in questione “risponderà alla convocazione in accordo e nei tempi concordati con le autorità sanitarie competenti”. Ovvero le Asl. Le società non possono decidere (né vogliono) se mandare o meno un calciatore in Nazionale. Certo, come hanno già ammesso, tanti club ne farebbero a meno in questo momento, ma per altri motivi e non è questo il punto. Siamo nella stagione del Covid, certezze non ce ne sono, la Federcalcio sta in contatto con le singole Asl per conoscere le risposte e diramare un numero di giocatori convocati che si avvicini a quello definitivo. Per ora Mancini ha proposto una rosa extra large. I calciatori professionisti, che vivono in una semibolla (bolla domiciliare), sono obbligati a spostamenti definiti, il famoso casa-lavoro-casa stabilito da alcune Asl. Per tanto il dubbio su come possano raggiungere un’altra sede di lavoro, in questo caso quella della Nazionale, viene. Il primo a dover rispettare la quarantena è chi, queste convocazioni le ha fatte, cioè è Roberto Mancini, positivo al Coronavirsu (sarà sostituito sul campo dal vice Alberigo Evani) e in isolamento domiciliare fino a tamapone negativo.
ELENCO IN DIVENIRE
I nomi, per ora, sono 41, quindi un elenco di sicurezza: si rivedono Criscito, Soriano e Pellegri, è la prima per Pessina (Atalanta) e Calabria (Milan).
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