L'Italia in finale è meno sola: «Tutta l'Europa tifa per noi». Gli azzurri guidano la rivalsa contro l’Inghilterra della Brexit

Domenica 11 Luglio 2021 di Marco Ventura
Stavolta l'Italia è meno sola: «Tutta l'Europa tifa per noi»

Chi poteva immaginare che il Tricolore diventasse la bandiera dell’Europa, e la squadra azzurra la punta di diamante di una rivalsa continentale contro l’Inghilterra della Brexit? Persino la Francia che mai ha tifato Italia, oggi si scopre azzurra con percentuali quasi del 70 per cento in un sondaggio de L’Èquipe.

E i portavoce dei presidenti di Commissione e Consiglio Ue, Ursula Von der Leyen e Charles Michel, fanno sapere che i cuori dei due leader, tedesco e belga, di un’Europa che ha gestito il divorzio britannico, battono per lo Stivale.

 

Gli sfregi di Londra contro il resto d'Europa

Niente più spaghetti e P38. L’immagine-choc non viene stavolta da Berlino ma da Londra, lo sfregio della pizza con l’ananas sul tabloid Daily Star. Un pugno nello stomaco degli italiani, mentre il ct inglese, Gareth Southgate, galvanizzato dalla lettera di incoraggiamento della Regina, stuzzica l’orgoglio nazionale prendendola alla lontana, dal «coraggio di respingere chi ha cercato di invaderci». Ma ancor più sorprendente del riferimento alla Seconda guerra mondiale, è quello al “decoro”, la decency, che il “Daily Mirror” affianca nelle parole di Gareth all’esaltazione «per la nostra storia, la nostra forza nelle avversità, il nostro rispetto per gli avi e il futuro». Arringa da coach nazionale, che induce gli oppositori laburisti a Westminster a consigliare a Boris Johnson di andare a scuola di leadership proprio da Southgate. BoJo risponde ipotizzando un giorno di festa nazionale in caso di vittoria.

Inghilterra, il messaggio della Regina Elisabetta: «Auguri per la finale, io 55 anni fa ho consegnato l'ultima coppa»

 

Le insegne

E se perfino all’aeroporto di Heathrow le insegne luminose ai cancelli moltiplicano il tormentone di tutti, “It’s coming home” (“sta tornando a casa”, in patria, il football che gli inglesi hanno regalato al mondo), l’afflato europeo verso l’Italia si sposa con l’ansia indipendentista di Scozia e Galles. Lo scozzesissimo “The National” sforna una copertina da urlo, col nostro Mancini che ha sulla faccia il blu e il bianco della Scozia, condottiero dei guerrieri di fine ‘200 contro gli inglesi, nella trasposizione cinematografica dell’eroe William Wallace interpretato da Mel Gibson in “Braveheart”, Cuore Impavido. Il titolo, “Final Hope”, è l’ultima speranza affidata al Ct dell’Italia. «Salvaci Roberto, non possiamo prenderci altri 55 anni di loro che insistono su questo».

Cinquantacinque anni dalla vittoria mondiale dell’Inghilterra nel 1966. Non a caso, a Edimburgo le pedane dei bar all’aperto ieri erano tutte decorate di bandierine tricolori e le botteghe di souvenir vendevano stock di maglie azzurre davanti a vetrine di whisky. Stando a un sondaggio di “Good morning Britain”, il 63 per cento dei tifosi di Scozia, Galles e pure Irlanda del Nord sosterrebbero l’Italia. Laura Kemp, giornalista del “Wales Online” evoca i secoli di oppressione inglese sul Galles, attacca Johnson, punta l’indice sulla «arroganza e presunzione» degli hooligans. E ancora. Il Sud Europa è con l’Italia, a cominciare dagli spagnoli coi quali c’è sempre stata una sintonia “latina” ma che abbiamo eliminato nei quarti ai rigori. Il loro Ct Luis Enrique ha aperto il cuore degli italiani promettendo, a caldo, che tiferà azzurro, mentre José Mourinho si è limitato a augurarsi la «finale perfetta» Italia-Inghilterra, ma i portoghesi comunque vestiranno tricolore. E il fronte nordico si lecca la ferita per l’eliminazione della Danimarca con un rigore dubbio su Sterling.

Certo, sullo scontro finale di oggi si riversano gli umori di un continente attraversato dalla falce del Covid e da una crisi economica che negli stadi cerca il suo momento di catarsi e rinascita. La Brexit ha spaccato il Regno Unito, che detiene il primato di morti per il virus (oltre 128mila). Eppure, l’Inghilterra di oggi non è quella tutta bianca del 1966: poggia il ginocchio a terra per i diritti LGBT e ha calciatori figli di nazioni diverse (Kane ha padre irlandese, Rashford madre di Saint Kitts, Sterling è nato in Giamaica). Ma è pure un’Inghilterra che sconta la scelta “egoista” e arroccata della Brexit, mentre l’Europa si riscopre finalmente unita sotto un cielo azzurro.
 

 

Ultimo aggiornamento: 12 Luglio, 09:55
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci