L’Italia delude anche a Belfast.
COPIONE BOCCIATO
Il film del match è scontato nella strategia e nella trama, anche perché il risultato conta solo per l’Italia chiamata a fare subito la partita. Davanti il muro nordirlandese, nessuna rete in casa in queste quattro partite della qualificazione. C’è la solita gestione azzurra, diventata prevedibile e impotente però dopo il trionfo di Londra. Baraclough piazza le sue sentinelle davanti al portiere Peacock-Farrell. Il sistema di gioco è il 5-3-2. Davanti alla linea difensiva si sistema Davis che fa schermo e quando può far ripartire l’azione. Che è sempre la stessa: i lancioni per Whyte e Magennis, le punte che devono far respirare i compagni. Mancini, con il suo 4-3-3, chiede di avanzare palla a terra. E di alzare il ritmo. Sarà decente solo nel primo tempo. E senza però sorprendere, nonostante la superiorità nel possesso palla (73%), i giganti che stanno in mezzo alla difesa: Flanagan, Jonny Evans e Catchart, aiutati comunque sui lati da Dallas e Lewis. Lì dietro fanno numero. Insigne, da falso nove, viene incontro e lavora più da trequartista. È lento se deve concludere. Chiesa sta a sinistra, lasciando spazio a Barella. Il feeling non c’è. A destra si accentra Berardi che permette a Di Lorenzo di fare l’ala. Tonali, frenato dal giallo preso dopo meno di 10 minuti e quindi eccessivamente timido, palleggia accanto a Jorginho. Dietro restano Bonucci, Acerbi ed Emerson. Osservano, non incidono. L’Irlanda del Nord si abbassa presto sotto la linea della palla. La trappola funziona. Si gioca solo sulla fascia di Di Lorenzo. Sua la prima chance, su apertura di Insigne: destro calibrato e volo di Peacock-Farrell. Chiesa calcia debole e centrale, Insigne si perde sul più bello, sprecando l’occasione migliore.
SUPREMAZIA STERILE
L’Italia, pur coinvolgendo almeno sei giocatori nella fase offensiva, non sarà più pericolosa. Manca il finalizzatore e si vede. E, per sfondare, la palla andrebbe mossa veloce, cercando l’imbucata. L’area nordirlandese spesso è vuota. All’intervallo è 0-0, come a Lucerna tra la Svizzera e la Bulgaria. Si riparte con Cristante per Tonali. Nella ripresa segna subito Okafor, il giovane centravanti di Yakin che a Belfast farebbe comodo a Mancini. Ora la Nati è avanti. Raddoppia subito Vargas. Al tiro, intanto, va l’Irlanda del Nord: Donnarumma respinge su Saville. Da non credere. Entra Belotti per Barella e il 4-2-3-1. Intervento inutile. Mancini fa altre due sostituzioni: Locatelli per Jorginho e Bernardeschi per Insigne. Dopo 2 reti annullate, tris della Svizzera. La mossa della disperazione è Scamacca per Emerson e il 3-4-3. L’ammucchiata non produce nemmeno una conclusione nello specchio: L’ammucchiata non produce nemmeno una conclusione nello specchio: è il quarto viaggio a vuoto (su 4) a Belfast. Nel finale anche il quarto gol della Svizzera con Freuler e il nuovo rischio per Donnarumma. Certificata l’involuzione dei campioni d’Europa. Che, penalizzati dalle assenze di primo piano, non arrivano più a tirare in porta. Difetto da eliminare per non vivere in apnea i nuovi spareggi.
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