Sono passati soltanto venti giorni da Inter-Juventus 2-0. Non una partita, ma la partita. Dominata dalla squadra di Conte dall’inizio alla fine. Qualcuno l’aveva addirittura interpretata come un segno di resa bianconera, un cambio della guardia. La prova provata che affidarsi a un deb assoluto come Pirlo era stato un azzardo persino da parte di una società più che solida. Ma anche la prova provata che le sorti, magnifiche e progressive, della corsa di Conte in campionato non potevano essere intaccate dagli insuccessi europei, altra specialità della casa. Sono passati soltanto venti giorni e molto è cambiato. Non la classifica, lì rimane davanti l’Inter, sia pure con un vantaggio assottigliato, per quanto da definire più esattamente, in mancanza di Juventus-Napoli. Ma il resto sì: la Juve è risorta dalle ceneri di San Siro, anzi proprio a San Siro è ritornata, in Coppa Italia, per ristabilire le gerarchie; l’Inter è alle prese con un progetto, Conte dixit, che si è fermato in agosto. Niente meno…
PIENA LOTTA
Eppure la squadra è in piena lotta per lo scudetto: ha appena respirato l’ebbrezza di un paio di notti da sola al comando e si sta godendo l’unanime consenso per la crescita ininterrotta di Barella, ormai considerato il migliore centrocampista italiano. Ma in casa nerazzurra si attendono le prossime tre partite con un’ansia senza precedenti. Non tanto il ritorno di domani con la solita Juventus, perché la possibilità di essere eliminati dopo l’1-2 dell’andata è già abbastanza metabolizzata. Ma la sfida con la Lazio e il successivo derby, decisivo, sì. In effetti, in campo le cose stanno andando abbastanza bene: la difesa è stata registrata grazie a un atteggiamento collettivo magari meno aggressivo, ma di sicuro più equilibrato; l’attacco, nonostante il calo di condizione di Lukaku, continua a produrre gol, più di tutti in Serie A; Brozovic ha preso in mano le redini del centrocampo e Barella copre anche le lacune di Vidal; la qualità e la velocità di Hakimi rendono quasi pleonastica l’efficacia dell’esterno di sinistra. E’ il contorno che non va.
LIBRI IN TRIBUNALE
In settimana il Financial Times, addirittura, ha segnalato che la proprietà è alla disperata ricerca di 200 milioni per garantire la continuità aziendale, mentre nei salotti economico-finanziari milanesi è partito il tam tam secondo cui l’Inter rischierebbe di portare i libri in tribunale.
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