Il Barça non chiude Laporta: domenica prossima le elezioni

Lunedì 1 Marzo 2021 di Elena Marisol Brandolini
Il Barça non chiude Laporta: domenica prossima le elezioni

Domenica prossima i soci del F.C.

Barcelona eleggeranno il quarantunesimo presidente del club, carica rimasta vacante dalla fine dello scorso ottobre, quando Josep María Bartomeu fu costretto a dimettersi per evitare il voto sulla mozione di sfiducia che era stato richiesto contro di lui da oltre 20.000 soci. Gli elettori - 143.500 soci, il 93% residenti in Catalogna, per tre quarti uomini con età media sessant’anni – voteranno nei seggi disposti a Barcellona, Girona, Lleida, Tarragona, Tortosa e Andorra, scegliendo tra tre candidati: Joan Laporta, Víctor Font e Antoni Freixa. Le elezioni, inizialmente previste per lo scorso 24 gennaio, sono state rinviate causa pandemia, per consentire l’attivazione del voto per posta ordinaria da affiancare a quello presenziale e sono stati 23.000 soci ad aver fatto ricorso a questa modalità di votazione. E poiché il Barça è més que un club il voto per l’elezione del suo presidente è un avvenimento che va molto oltre il mondo dello sport.

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LA GRIGLIA
Tra i tre candidati, Joan Laporta è quello più conosciuto e il favorito nella competizione elettorale. Nato a Barcellona 58 anni fa, avvocato, ex-deputato nel parlamento catalano ed ex-consigliere nel comune di Barcellona, fu presidente del club dal 2003 al 2010, vivendo la stagione d’oro della squadra di calcio sotto la guida di Pep Guardiola. Nel 2015, anno in cui Luis Enrique vinse le tre principali competizioni di calcio, Laporta si presentò senza successo contro Bartomeu. Ora ritorna con uno slogan che è una mozione di sentimenti, “Amiamo il Barça”, e propone una squadra che ha il suo uomo forte in Jaume Giró, ex-direttore generale aggiunto di CaixaBank ed ex-direttore generale della Fundació La Caixa. Tra i suoi obiettivi, quello di trattenere Leo Messi, assicurandogli un intorno di fiducia e una squadra competitiva. 
Il quarantottenne Víctor Font è invece il meno conosciuto tra i tre candidati. Imprenditore del mondo delle telecomunicazioni, vuole cambiare l’approccio tradizionale del Barça, facendosi accompagnare da imprenditori nel campo delle start-up alla ricerca di nuovi ingressi economici. Font, che ha per slogan del suo programma “Sì al futuro”, è stato uno dei promotori della mozione contro Bartomeu. Per trattenere Messi punta a far tornare dal Qatar Xavi Hernández. Antoni Freixa è un avvocato di 52 anni, veterano di lungo corso per aver fatto parte delle giunte direttive del club sotto le presidenze di Laporta, Rosell e Bartomeu. Già presente nelle elezioni del 2015, si propone come candidato con minime possibilità di successo, perché la partita si gioca tutta tra Laporta e Font.

LE POSIZIONI
La sfida per un club come il Barça che voglia essere competitivo nel secolo XXI è nella ricerca dell’equilibrio tra la dimensione locale e quella internazionale, senza perciò smarrire i valori che gli diedero vita 122 anni fa. E questa passa, per i tre candidati, per la riconferma del modello di esclusiva proprietà dei soci. Non quindi per il sostegno di monarchie del Golfo Persico, come nel caso del Psg o del Manchester City. Ma neppure ancora per il modello tipo Bayern, dove il 75% delle azioni appartiene ai soci e il 25% restante è proprietà di tre multinazionali tedesche. Almeno, nessuno dei tre candidati è in condizione di avanzare cambiamenti così profondi per domenica prossima, tutti confidano nella tenuta finanziaria del club, nonostante la grave crisi debitoria dovuta agli ingaggi troppo elevati e l’enorme crescita salariale cui si è aggiunta la pandemia a ridurre le entrate. Ognuno ha una sua ricetta per farvi fronte, attraverso una «forte leadership» (Laporta), l’applicazione di «un piano shock» (Font), o un Barça «libero da interessi politici» (Freixa). 

Ultimo aggiornamento: 11:37
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