Un turno di squalifica per Ibrahimovic e Lukaku dopo il burrascoso litigio nel derby di martedì sera. È questo il responso del giudice sportivo, l’avvocato Alessandro Zampone, che si occupa delle sanzioni in Coppa Italia al posto di Gerardo Mastrandrea che segue il campionato.
LA PROCURA
È scesa in campo la Procura Federale che ha chiesto il referto dell’arbitro per capire se Valeri abbia preso nota di quelle frasi impetuose («Non è stata una bella immagine e va messa in discussione», il commento del presidente della Figc, Gabriele Gravina). Se così non fosse, la Procura inizierebbe a indagare sulla base di quanto riportato dai media. Potrebbe chiedere il materiale audio e video, convocare entrambi i giocatori e i testimoni della vicenda (ispettori, arbitro e compagni di squadra). Insomma, un’indagine a 360° per accertare quanto davvero accaduto e indagare per «comportamento discriminatorio». «Bisogna mettere un punto, Ibra non è un razzista», le parole di Stefano Pioli alla vigilia della gara di Bologna (Calhanoglu è guarito dal coronavirus, ma non è stato convocato mentre ci sono Bennacer, Mandzukic e Tonali).
L’indagine arriverebbe davanti a un bivio. O l’archiviazione o il deferimento al Tribunale Federale sulla base dell’articolo 28 del Codice di Giustizia Sportiva, che punisce i comportamenti discriminatori. Le sanzioni sono molto pesanti. Oltre alla squalifica per almeno 10 giornate (che sarebbero scontate in tutte le competizioni nazionali, quindi anche in campionato) è prevista una squalifica «a tempo», che eventualmente sarebbe scontata anche in Europa League (ipotesi remota), competizione nella quale i rossoneri sfideranno nei sedicesimi la Stella Rossa (18 e 25 febbraio). Una stangata alla quale il Milan non vuole nemmeno pensare. Un club «sempre in prima linea per la lotta alle discriminazioni», ha voluto ricordare Pioli.
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