Calciatrici afghane, dalla fuga di Kabul alla visita a Coverciano. Gravina: «Primo step di un progetto di integrazione»

Martedì 14 Settembre 2021
Calciatrici afghane, dalla fuga di Kabul alla visita a Coverciano. Gravina: «Primo step di un progetto di integrazione»

Il calcio oltre i confini del rettangolo di gioco. Potrebbe essere questo il titolo dell'incontro andato in scena oggi a Coverciano, dove la nazionale di calcio azzurra al femminile ha incontrato alcune calciatrici del Bastan Fc, la squadra di Herat, una della città più popolose dell'Afghanistan

La fuga delle calciatrici afghane

Potrebbe sembrare una visita d'ordinanza, strutturata e programmata nel tempo, ma non lo è: la storia delle calciatrici afghane è quasi da romanzo. Scappate inzialmente da Kabul, hanno potuto raggiungere l'Italia solo in incognito, dopo la notoria crisi politica che ha scosso il paese nelle ultime settimane.

Una volta in territorio italiano, quarantena obbligatoria presso la tendopoli allestita dalla Croce Rossa di Avezzano (Abruzzo), dove le fuggiasche hanno fatto tappa per poi essere ospitate a Firenze nelle strutture messe a disposizione dal Comune, dalla Caritas e dal Cospe. Solo dopo una parentesi di normalità, con la visita a Coverciano. 

L'arrivo a Coverciano

Qui la nazionale femminile è in ritiro per preparare al meglio i Mondiali del 2023, ma non è mancata la possibilità di un incontro che diffonda valori più profondi di ospitalità, integrazione e solidarietà. Emozionante è stato ad esempio, l'abbraccio con la ct Milena Bertolini e il capitano Sara Gama, che hanno consegnato alle calciatrici di Herat un kit Puma e tre maglie azzurre.

Al termine dell'allenamento tutta la squadra si è radunata attorno alle afghane - che poi hanno fatto visita anche al Museo del Calcio - anche per qualche foto e per ascoltare la loro testimonianza. «Siamo molto felici di averle accolte - queste le parole della Ct - per tutto il gruppo è stato un momento davvero speciale. Non potremo mai capire fino in fondo quello che hanno provato, ma vogliamo dimostrare vicinanza e affetto. Hanno vissuto qualcosa di tremendo, dovremo far capire che non sono sole».

Poi sono arrivate anche le parole del presidente della Figc, Gabriele Gravina, che non poteva non dimostrarsi sensibile per l'occasione: «È stato il primo incontro, il primo step di una progettualità più ampia con la quale vogliamo aiutare le calciatrici dell'Herat ad integrarsi nel nostro Paese - ha sottolineato il numero uno del calcio italiano -. Grazie alle Azzurre è nato un bel rapporto di amicizia che muove dalla passione comune per il calcio in grado di superare ogni confine».

La visita al Museo del Calcio

Infine la visita al Museo del Calcio di Coverciano. Le calciatrici ed il loro allenatore, nel corso del tour, spiega una nota del museo, sono state condotte in un percorso di storia e cultura del calcio, che dalle prime maglie degli Azzurri, arriva fino alla Coppa di Euro 2020 e al pallone della finale di Wembley. Si sono soffermate, in particolare, nella sezione dedicata alla Nazionale femminile.

Ultimo aggiornamento: 17:34
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