Roma, chi è Friedkin jr: dalle fuoriserie a Hollywood ecco il presidente designato

Venerdì 7 Agosto 2020 di Flavio Pompetti
Roma, chi è Friedkin jr: dalle fuoriserie a Hollywood ecco il presidente ombra

«Non vediamo l’ora di chiudere l’acquisto il prima possibile e di immergerci nella famiglia dell’AS Roma» dice Dan Friedkin a commento dell’accordo appena firmato. La famiglia avrà un ruolo centrale nell’amministrazione della Roma, e all’interno della famiglia Friedkin il volto di prima linea nella gestione degli affari calcistici sarà quella del figlio Ryan, sulla falsariga di quanto accade all’Inter con Zhang Junior. Tra i quattro figli dell’imprenditore texano, Ryan sembra il più allineato con gli affari di famiglia, e il più coinvolto nella gestione degli interessi del gruppo, nonostante la giovane età di trent’anni. 

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Ha una laurea in amministrazione aziendale con specializzazione in marketing, e ha fatto pratica nel settore della private equity ad Austin, sempre in Texas. Ma è nel mondo del cinema che le strade dei due si sono incrociate con quella del fondatore dell’azienda familiare: Thomas Friedkin, scomparso solo tre anni fa. Il nonno di Ryan aveva iniziato a vendere auto già cinquant’anni fa seguendo una passione per le corse che lo divorava fin da giovane, ma allo stesso tempo calcava le scene di alcuni film ad Hollywood nella veste di pilota delle vetture che si muovevano sul set. I titoli di coda del fantascientifico: Il gatto venuto dallo spazio, firmato dalla Disney, e di Police Academy 4, rivelano la sua invisibile partecipazione. Il figlio Dan è andato ben oltre, e ha fatto del cinema una parte rilevante della sua attività imprenditoriale, con Ryan suo braccio destro nell’impresa. Dan ha fondato la 30 West, l’azienda familiare che investe nel campo dei media; Ryan è stato negli ultimi anni il responsabile della Imperative Entertainment dalla sua base di Santa Monica. Insieme i due hanno prodotto film di grande successo commerciale, come The Mule con Clint Eastwood (175 milioni di dollari di incassi) e altri di rilevanza critica, come lo svedese The Square, vincitore della Palma d’Oro a Cannes, e sono riusciti ad entrare nel pacchetto di 200 milioni di dollari di finanziamento che la Apple ha garantito al prossimo film di Martin Scorsese con Bob De Niro e Leo Di Caprio che vedrà la luce nel 2021. La loro casa di distribuzione Neon ha avuto anche la fortuna di importare negli Stati Uniti il film Parasite, vincitore dell’ultimo Oscar come migliore pellicola dell’anno, e di incassare un altro Oscar con I Tonya, la storia della rivalità tra le pattinatrici olimpiche Tonia Harding e Nancy Kerrigan che degenerò nella violenza di un assalto a colpi di spranga sulle ginocchia della povera Kerrigan. Tali exploit fanno perdonare avventure meno entusiasmanti, come il fiasco di All the Money in The World, la rievocazione del sequestro Getty con la regia di Ridley Scott funestata dall’abbandono forzato dell’attore protagonista Kevin Spacey, e il finanziamento di Ben is Back con Julia Roberts, passato al botteghino senza lasciare traccia. 

Alle spalle di tanta capacità finanziaria c’è la Gulf State Toyota: una corazzata di 158 concessionarie in cinque stati nel sud degli Usa, il cui fatturato annuo è raddoppiato negli ultimi dieci anni a quota 11 miliardi, con 300.000 auto vendute nel 2019. Il settore è in profonda crisi da febbraio per via dell’epidemia del nuovo coronavirus, e le difficoltà hanno agito da molla per accelerare la diversificazione già in atto. La 30 West ha acquisito a febbraio una quota minoritaria ma di peso della britannica Altitude Media Group, produttrice di film interessanti, come il documentario su Maradona. Lo stesso Dan si è lanciato nella sua prima regia con The Last Vermeer, storia del mercante d’arte olandese Van van Meegeren che riuscì a vendere quadri falsi ai capi nazisti. Il film ha debuttato in un paio di festival l’anno scorso, ma l’uscita in sala è ora sospesa per via del lockdown da virus. Tutti questi precedenti aggiungono attesa per l’arrivo di Ryan Friedkin a Roma. Il giovane rampollo giunge sulla scena di una Cinecittà rinvigorita dall’apertura di Netflix nella capitale italiana, e con il possesso di AS Roma, una società che negli Usa è considerata ampiamente sotto utilizzata finora dal punto di vista dell’immagine. 
 

Ultimo aggiornamento: 13:13
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