Francia-Marocco tra Griezmann e Amrabat: il confronto è lì nel mezzo

Il confronto tra i due è una delle chiavi tattiche della sfida. Deschamps: "Li rispettiamo". Regragui: "Nessuna paura, possiamo batterli"

Mercoledì 14 Dicembre 2022 di Stefano Boldrini
Francia-Marocco tra Griezmann e Amrabat: il confronto è lì nel mezzo

Il Marocco ci crede: arrivi in semifinale in un mondiale e pensare positivo non solo è logico, ma fa anche bene. La Francia crede in se stessa e questa non è una novità: è la famosa grandeur, che ha prodotto successi importanti, ma anche cadute clamorose. Lo stadio sarà tutto per il Marocco, sostenuto da migliaia di tifosi di casa, sbarcati grazie a 30 voli charter nell'emirato e da quelli di stanza in Qatar, in nome della nazione araba. Dice il ct Walid Regragui, nato a Corbeils-Essones, periferia di Parigi: «Possiamo battere la Francia e diventare campioni del mondo. Abbiamo fame e non siamo stanchi». Replica Deschamps: «Rispetto e ammirazione per il Marocco. È la squadra che ha difeso meglio in questo torneo, con un'organizzazione ben definita.

Ho visto tutto. I miei osservatori hanno analizzato tutte le loro partite. I dati sono importanti, ma io sono della vecchia scuola e mi affido anche all'esperienza. Semifinale politica? Io sono un uomo di sport. Questa semifinale è una gara di calcio e tale deve restare».

È il momento dei messaggi («ragazzi sono con voi, avete tutta la mia forza», l'incoraggiamento di Paul Pogba su Twitter), delle promesse - in caso di finale il presidente federale francese Noel Le Graet porterà a Doha i 190 dipendenti e vari presidenti regionali -, delle grandi manovre lo stesso Le Graet preme per la permanenza di Deschamps e assicura di non aver mai contattato Zidane, della paura. Il piano allestito dal governo di Parigi per il match di stasera è davvero imponente: 10 mila poliziotti mobilitati, metà dei quali in servizio nella capitale, con le Brigate motorizzate di repressione che vigileranno sugli Champs-Elisées. Preoccupano non solo le reazioni dei tifosi marocchini, ma anche eventuali azioni della destra estrema. In tribuna, a Doha, ci sarà il presidente francese Emmanuel Macron. Il suo viaggio ha creato polemiche. «Poteva sostenere la Francia da casa, senza recarsi in una nazione dove non sono rispettati i diritti civili e dove i lavori per il mondiale sono costati migliaia di morti».

Le chiavi del gioco 

Una sfida che va ben oltre il calcio. Si sapeva. Ma anche i suoi più contenuti sportivi sono rilevanti. Francia-Marocco ci regalerà diverse storie individuali l'eternità di Giroud, la fenomenologia di Mbappé, l'incredibile ascesa di Ouhani, il portiere Bono che fa tanto U2, il talento milionario di Tchouaméni e ci consegna anche qualche dubbio di formazione: Rabiot e Upamecano ieri non si sono allenati. Una delle chiavi tecniche del match è il confronto tra due dei migliori interpreti del torneo: il francese Griezmann e il marocchino Amrabat. Il primo è stato l'antidoto all'assenza di Kanté. In posizione più avanzata rispetto al centrocampista del Chelsea, ma con lo stesso chilometraggio, il campione dell'Atletico Madrid è la chiave del gioco Blues. I due assist contro l'Inghilterra sono stati determinanti, in particolare il secondo, nel momento più difficile del match, in cui l'Inghilterra stava prendendo il sopravvento. Dietro questa ennesima trasformazione di Griezmann attaccante, seconda punta, trequartista ci sono l'intuizione e la determinazione di Deschamps. Nel 2019, quando affiorarono segnali di possibile addio alla nazionale, il ct francese convinse Antoine a restare. Deschamps lo ha omaggiato: «Ha la capacità di cambiare il volto della squadra. E' riuscito a calarsi bene nella dimensione di un ruolo che non è il suo. Ha una generosità sopra la media e illumina il gioco con le sue idee. Ha la mentalità vincente di chi è abitato a lottare per obiettivi importanti». Griezmann, origini portoghesi attraverso la madre e tedesche via padre, ha sbalordito tutti ieri nel finale di allenamento, in cui si è giocato a rugby: «E' da sempre una delle mie passioni».

Recuperatore

Amrabat lo abbiamo in Italia davanti agli occhi dal 2019: un anno a Verona sotto la guida di Juric, dal 2020 alla Fiorentina. Il torneo in Qatar lo ha consacrato: eccellente recuperatore di palloni, libero aggiunto di fronte l'area, corsa, visione di gioco. Il suo limite è che segna poco: 44 presenze in nazionale e zero reti. In carriera, in totale, appena 6. La posizione arretrata sicuramente incide, ma se vuole salire l'ultimo gradino, è sotto questo aspetto che dovrà crescere. La logica suggerisce che oggi toccherà a Amrabat viaggiare sulle tracce di Griezmann: uno dovrà distruggere, l'altro creare. Un affascinante confronto tra due giocatori che hanno un ottimo serbatoio, capaci di correre ben oltre i novanta minuti. E vista l'aria che tira in questo mondiale, anche i polmoni sono fondamentali.

Ultimo aggiornamento: 14:19
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