Capello su Roma e Lazio: «Mou può vincere l’Europa League, Sarri apre un ciclo. Cassano? Non andrei mai contro José»

Le due squadre hanno una fase difensiva che fa la differenza, debbono approfittare del "momento no" del Milan e dell'Inter

Martedì 11 Aprile 2023 di Stefano Carina
Capello e le romane: «Mou può vincere l’Europa League, Sarri apre un ciclo. Cassano? Non andrei mai contro José»

Una ventina di anni dopo, seppur non lottando per lo scudetto, Lazio e Roma tornano insieme sul podio della serie A nel rush finale del campionato.

Fabio Capello, oggi apprezzato e autorevole commentatore di Sky Sport, all’epoca era al timone dei giallorossi. 

C’è la possibilità di tornare a contare come nei primi anni 2000?
«Senza togliere nulla alle attuali, quelle erano delle altre squadre, costruite per vincere. Rivederle davanti a questo punto del torneo fa però piacere. Il merito è soprattutto di Sarri e Mourinho, due allenatori di grande esperienza e personalità che hanno capito quali rose hanno in mano e ora riescono a farle rendere al massimo. Il segreto di entrambe è che non prendono molti gol e questo è sinonimo di organizzazione, sacrificio e lavoro». 

È una classifica dettata dal momento-no delle due milanesi con la testa ai due impegni di Champions oppure all’orizzonte c’è margine per un ribaltone geo-calcistico?
«Penso che sia una situazione legata a questa stagione. L’Inter, ad esempio, è la squadra più forte che c’è in Italia dopo il Napoli ma non ha reso sino ad adesso. Il Milan gioca a perdere punti con le più piccole mentre la Juve sappiamo cosa le è accaduto e quindi questo va a favore delle due romane che hanno fatto veramente un ottimo lavoro».

L’ha sorpresa più la Lazio di Sarri o la Roma di Mourinho?
«La Lazio, certamente. A livello difensivo sono diventati veramente molto bravi e questo non era scontato all’inizio del campionato. Se avete tempo, andatevi a rivedere come difendevano ad agosto e come lo fanno oggi. I calciatori sono sempre gli stessi, i movimenti no. Questo vuol dire che l’allenatore ha lavorato tantissimo sotto questo aspetto e gli va dato grande merito anche se in avanti manca qualcosa rispetto a come le sue squadre ci avevano abituato. Mourinho lo conosciamo, in carriera ha sempre dato importanza alla fase difensiva e anche in questa stagione lo conferma. Una volta che passa in vantaggio, riprenderlo diventa difficilissimo».

Giovedì i giallorossi saranno impegnati in Europa League. Possono vincere l’Europa League?
«Perché no? Sì, possono vincere la coppa perché sono una squadra umile, che non ha fretta. Attenti ad ogni particolare e poi lì davanti c’è Dybala, un calciatore straordinario. Ha tecnica, spunti, non ha paura di azzardare la giocata e una capacità di calciare unica. Ogni volta che conclude verso la porta avversaria già sai che non lo ha fatto tanto per farlo, sicuramente sarà un pericolo». 

Allora ha ragione Mourinho, sono i grandi giocatori a fare la differenza.
«Perché c’è qualcuno che ha ancora qualche dubbio? Un conto è avere Batistuta, un altro non averlo. E così è oggi: se hai Osimhen o non lo hai fa tutta la differenza del mondo. Questo senza togliere nulla al lavoro straordinario di Spalletti. Anche l’ultimo mondiale ha detto questo: alla fine vincono i campioni più delle squadre. Se poi queste sono organizzate, tanto meglio».

Ha letto del botta e risposta tra lo Special e Cassano?
«Vuole farmi entrare nelle polemiche? No, io rimango fuori. Leggo, ascolto e mi diverto (ride). Antonio lo conosco bene, l’ho allenato ma conosco bene anche José. E prima di parlare male di lui, ci penserei non una ma più volte...Anche perché deve avvalersi di qualche buon suggeritore, qualcuno che lo aiuta nelle ricerche. Ha fatto un nome (Livaja, ndr) che sinceramente non ricordavo più».

Alla fine il tecnico portoghese resterà a Roma?
«Questa è una domanda per José non per me. A Roma si trova bene, al pubblico piace, lo stadio è sempre pieno. A volte sembra insoddisfatto? Non vorrei che pensasse che la serie A rimane un torneo minore rispetto alla Premier e alla Liga. Ha allenato i migliori club del mondo ma è ancora giovane per prendersi ancora delle soddisfazioni ad altissimi livelli».

Inizia la settimana delle coppe. Si parte con la Champions. Oggi Benfica-Inter e domani Milan-Napoli.
«Sono curioso di vedere l’Inter. Perché è data per morta, per spacciata e invece ha la qualità per sorprendere, calciatori d’esperienza che se sono nella giornata giusta possono superare il turno. Il problema è che una squadra molto umorale, quindi non sai mai prima cosa ti troverai di fronte. Mentre l’altra sfida dipende molto da Osimhen. È come quando nel Milan gioca o non gioca Leao. Sono calciatori troppo importanti, decisivi. Siamo tutti bravi a fare gli schemi ma per ottenere il risultato c’è bisogno di qualcuno che la butta dentro. E con lui il Napoli ha quel 5% in più che senza riporta la sfida sul perfetto equilibrio: 50 e 50».

A proposito di schemi, tornando alla Lazio: Sarri può aprire un ciclo?
«Lui è bravo ma dipende dagli acquisti, se la società lo seguirà o meno nelle richieste. In poche parole, dal prossimo mercato. Che sia un allenatore capace, uno che merita fiducia mi sembra lo stia dimostrando con i fatti e non a parole».

Che idea si è fatto della questione plusvalenze?
«Non amo entrare in queste vicende. Ho un’idea ma la tengo per me».

D’accordo con l’apertura agli oriundi in nazionale?
«Visto che non è illegale, perché no? L’importante è che l’Italia si qualifichi per gli europei e i mondiali. Bisogna cercare delle energie ovunque. Fondamentale è che siano calciatori che ti migliorano».

Retegui lo è?
«Mi sembra che sia un centravanti. E con questo ho detto tutto».
 

Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 11:53
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci