Draghi: «Finale degli Europei a Roma». E il premier spiazza la Uefa

Martedì 22 Giugno 2021 di Alessandro Catapano e Gabriele Rosana
Draghi: «Finale degli Europei a Roma». E il premier spiazza la Uefa
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Era una guerra di dazi, fondamentalmente. Poi è diventata una guerra di viaggi e quarantene, di passaporti non riconosciuti e tamponi richiesti. Ora, Unione europea e Regno Unito nell’infinita saga post-Brexit scendono anche sul campo di calcio, per decidere chi debba ospitare le semifinali e la finale dell’Europeo, fissate - da tempo - tra il 6 e l’11 luglio a Londra, nel mitico Wembley, impianto da 82mila posti che le norme anti-covid hanno già ridotto a 25mila.

Si deve rispondere essenzialmente a questa domanda: a fronte della risalita dei contagi portati dalla variante Delta, Londra e l’Inghilterra sono in grado di garantire che quelle partite si disputeranno in sicurezza? 

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Draghi, l'affondo

In questa sfida, l’Ue schiera il suo calciatore migliore, un numero 10, che ormai gioca da leader dell’Unione, il nostro Mario Draghi. Che sul punto ieri ha espresso la sua posizione, durante la conferenza stampa al termine del bilaterale con la cancelliera tedesca Angela Merkel a Berlino, con un intervento che somiglia più a un tackle che a una grande giocata. «La finale dell’Europeo a Roma? Mi adopererò perché non si giochi in un Paese dove i contagi stanno crescendo rapidamente». Ogni riferimento all’Inghilterra è puramente voluto, del resto non è il primo e non sarà l’ultimo. Parole che preannunciano i tempi supplementari di uno scontro tutto politico che è aumentato in intensità nelle ultime settimane tra gli europei e Londra, prima per la detenzione ingiustificata di alcuni cittadini europei - tra cui alcuni italiani - nei centri di identificazione britannici e poi in particolare attorno alla “guerra delle salsicce”, la battaglia sulle regole relative alla commercializzazione del macinato dal Regno Unito in Irlanda del Nord, l’unica nazione britannica a essere rimasta nel mercato europeo. E nell’ultimo mese la battaglia si è consumata anche a colpi di quarantene, in particolare con il nostro Paese: prima l’ha disposta il Regno unito per gli arrivi dall’Italia, poi noi abbiamo preso la stessa misura nei loro confronti. E il nostro green pass, obviously, non vale per entrare in Inghilterra: chi volerà a Londra sabato per l’ottavo contro l’Austria - squadra, staff, addetti ai lavori e giornalisti al seguito - dovrà essersi preventivamente tamponato.

SPIAZZATI
L’affondo di Draghi ieri è arrivato inaspettato. E ha spiazzato un po’ tutti. Innanzitutto la federcalcio, che poche ore prima per bocca del suo presidente Gabriele Gravina aveva chiuso la questione. «Smentisco categoricamente l’ipotesi di una final four a Roma, o un eventuale spostamento verso Budapest. Credo non ci siano le condizioni e i presupposti per poter pensare sotto il profilo organizzativo ad una final four nella capitale ungherese». Una linea che l’Uefa ha confermato. «Al momento non c’è nessuna ipotesi di spostamento, né un lavoro in questa direzione - la posizione filtrata da Nyon -. E possiamo dire con ragionevole certezza che questo Europeo si concluderà a Londra, come previsto. A meno che non diventi impossibile giocarci una partita di calcio». Un’ipotesi che resta remota, nonostante la crescita dei contagi. Ieri in Inghilterra sono stati registrati 10633 nuovi positivi, con 5 decessi. Il trend è in salita: nell’ultima settimana i casi sono aumentati del 31,4%, ma i due terzi della popolazione hanno ricevuto la doppia dose di vaccino, mentre l’82% ha avuto almeno una dose. Un quadro che non preoccupa l’Uefa. Certo, l’Italia ha altri numeri: 495 nuovi casi registrati ieri. E il nostro è un trend in discesa. Di sicuro, la Capitale, che ospiterà un quarto di finale, è pronta organizzare anche l’atto conclusivo. «Spostare la finale degli Europei a Roma? Siamo pronti», assicura la sindaca Virginia Raggi.
 

Ultimo aggiornamento: 15:31
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