Parolo: «Conte ha cominciato a martellare, contro l'Irlanda dobbiamo e vogliamo vincere»

Domenica 19 Giugno 2016 di Alessandro Angeloni
Alessandro Angeloni

dal nostro inviato

MONTPELLIER Marco Parolo lo disse a Coverciano: «La Nazionale non avrà talento ma ha la forza nel gruppo. Vogliamo stupire, vedrete ci riusciremo». L'Italia sta sorprendendo tutti, ma non il gruppo e il ct, che già conoscevano il valore di questa squadra. Parolo viene paragonato a Tardelli, l'immagine lo soddisfa. Il laziale è appagato dalla Nazionale, capace di stupire ancora di più. Sogni e ambizioni del laziale, ecco le sua parole da Casa Azzurri.

Il paragone con Tardelli. «Fa piacere, mi riempie di orgoglio. Lui era un centrocampista completo, vorrei essere così: bravo in entrambi le fasi e a fare gol. Io voglio arrivare in alto, ho sempre provato ad alzare i miei limiti, mi sono messo alla prova e per me è uno stimolo affrontare competizioni internazionali. Ho trentuno anni e magari riesco a correggere prima i miei errori. Voglio continuare così, sono un trentunenne giovane».

Poco talento. «Ognuno deve mettere in campo quello che ha, c'è chi ha tecnica, cattiveria, talento. Noi siamo un mix di tutte queste componenti. Il gol di Eder è una giocata da talento, se l'avesse fatta Cristiano Ronaldo lo avremmo definito il gol più bello dell'Europeo, invece l'ha fatto Eder... Non ci identifichiamo in un solo giocatore e questo è un vantaggio. La Nazionale dell'orgoglio».

Rivalsa nei confronti della critica. «Un po' ci stimola. Io ci convivo da sempre. Per noi è una forza, c'è voglia di dimostrare dopo essere stati "pizzicati"».

Livello tecnico dell'Europeo. «Tante squadra grandi stanno faticando è perché c'è un livello superiore delle squadre medie, non esistono più le squadre materasso. Il livello si è alzato e le big hanno comunque la forza di fare il risultato pur faticando di più. Le squadre più piccole sanno leggere meglio le partite, sono tutte più accorte da un punto di vista tattico. Come sto vivendo l'Europeo? Benissimo. Siamo vicini all'Italia e si sente la passione della gente e ci dà una grande carica. Gli stadi sono bellissimi, c'è tanta gente se ne parla con entusiasmo. C'è voglia di vivere il calcio e vincere le paure che c'erano e che forse ci sono ancora, se si va avanti con questo spirito renderemo ancora più bello il calcio».

Conte e il futuro. «Conte ha cominciato a martellare subito dopo la partita con la Svezia e ancora doveva conoscere il risultato del Belgio. Vincere aiuta a vincere, siamo primi ma chiudere il girone a nove punti significherebbe dare una prova di forza e di carattere. Contro l'Irlanda dobbiamo e vogliamo vincere».

L'autostima. «Aumenta la consapevolezza che quello che stiamo facendo è giusto. Aumenta la fiducia e la voglia di osare. Le due partite sono state affrontate bene, le vittorie ci devono dare la forza per continuare. Bisogna prendere questo aspetto e portarlo avanti. Non abbiamo alzato l'asticella. Arriveremo sapendo di aver dato tutto e chi ci batterà sarà sicuramente più bravo».

Caccia al primo gol in azzurro. «Prima o poi mi tocca prendere la porta, in Italia non ho mai segnato. Il mio ruolo mi dà la possibilità di entrare in area, ma spesso facendo le due fasi non sempre riesco a stare in zona gol. E' successo a Giaccherini contro il Belgio, mi auguro succeda presto anche a me. Devo sempre essere concentrato in campo, su ogni pallone. E' un ruolo che mi piace».

Io anti personaggio. «Io sono fatto così, sono uno molto riservato. Chi mi conosce bene sa che sono anche un burlone. Non mi trovate sui social. Ogni Nazionale che ha vinto ha sempre avuto tanti personaggi anti-personaggio. Se in futuro mi ricordano pur non essendo uno che ama le luci dei riflettori vorrà dire che si sarà apprezzato il mio lavoro e questo mi darà maggiore soddisfazione».

C'è vera passione dei tifosi? «Nella prima partita con il Belgio abbiamo sentito tanto il supporto dei tifosi. Credo che l'appello di Conte di andare allo stadio con la maglia azzurra sia giusto. Bisogna riuscire a farlo in tutti gli sport. Sarebbe da brividi. Se riuscisse a stare nello stadio con la maglia azzurra sarebbe importante. Facciamo vedere che siamo italiani e che crediamo in ciò che facciamo».

Il gruppo. «Abbiamo chat di gruppo e ci divertiamo a scrivere, c'è chi scrive in napoletano chi in altri dialetti, purtroppo non c'è la traduzione simultanea... La palma del burlone? Senza dubbio Sirigu».
 

Ultimo aggiornamento: 17:50
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