Eriksen, da Antognoni a Morosini: tutti i drammatici malori in campo del calcio

Sabato 12 Giugno 2021
Da Manfredonia ad Eriksen: i malori più famosi della storia del calcio

Il calcio è vita, ma altre volte è dramma, dolore, finanche morte. Quello che è successo a Christian Eriksen nel secondo pomeriggio di Euro 2020, mentre andava in scena il derby scandinavo tra Danimarca Finlandia ci porta indietro nel tempo, a rievocare tutte quelle volte in cui il confine tra il vivere e il morire in campo è stato avvicinato o addirittura superato.

Memorie indelebili, che non avremmo voluto rivivere, ma che riaffiorano un'altra volta in quella che stava per diventare un'altra giornata da dimenticare. E poi, purtroppo, da ricordare.

I precedenti

Giancarlo Antognoni - Il più antico ed "illustre" precedente è quello di Giancarlo Antognoni, e risale addirittura ad un'altra epoca. Un calcio diverso, più fisico e più maschio. Proprio in uno scontro con l'allore portiere del Genoa, Silvano Martina, il centrocampista della Fiorentina perse i sensi dopo aver rimediato una grave fattura alla tempia. L'intervento dei medici fu abbastanza celere, ma soprattutto efficace: dopo il massaggio cardiaco praticato dal dottor Raveggi, l'oggi 67enne fu trasportato in Ospedale e operato d'urgenza dal professor Mennona, che gli salvò la vita. Giancarlo, dopo il ricovero e la riabilitazione, fu addirittura in grado di tornare a giocare.

Lionello Manfredonia - Diversa la dinamica invece del malore patito da Lionello Manfredonia, centrocampista della Roma che nel dicembre del 1989 fu colpito da arresto cardiaco in campo durante una partita contro il Bologna. Il dramma si sarebbe pure consumato se non fosse stato per il salvifico intervento del professor Ernesto Alicicco, che praticò al traumatizzato massaggio cardiaco e respirazione bocca a bocca prima di trasportarlo all'Ospedale Maggiore. Qui Manfredonia riprenderà i sensi solo dopo 40 ore, e il dottor Naccarella che lo assistette immediatamente al suo arrivo dovette aspettare addirittura la quinta scarica elettrica prima di "riportare in vita" il suo cuore.

Piermario Morosini - Molto dolorosamente, al contrario, si è consumato il dramma di Piermario Morosini, che nell'aprile del 2012 si accasciò in campo in preda a convulsioni durante la partita tra il suo Livorno e il Pescara. La gravità dell'accaduto era apparsa sin da subito importante, e la reazione dei sanitari fu abbastanza celere. Dopo aver utilizzato il defribillatore e aver praticato il massaggio cardiaco, il 25enne bergamasco era stato trasportato all'Ospedale di Pescara, dove però vani sono stati gli ultimi tentativi per renderlo cosciente. Negli anni successivui era stata avviata anche un'inchiesta giudiziaria nei confronti di coloro che lo avevano soccorso, rei di non aver utilizzato adeguatamente gli strumenti di rianimazione.

Fabrice Muamba - Quasi contemporaneo a quello di Morosini è il caso di malore in campo di Fabrice Muamba, che nel marzo del 2012 ebbe un improvviso arresto cardiaco nel mezzo di una partita di Fa Cup tra il suo Bolton e il Tottenham. Sul finire del primo tempo il giocatore sviene sul terreno di gioco, e ancora una volta rapidi e tempestivi sono gli interventi dei medici a bordo campo, che sottoposero subito a rianimazione l'allora 23enne congolese. Trasportato successivamente all'Heart Attack Center di Londra, venne ricoverato in condizioni definite "critiche". Ma alla fine, paradossalmente, non è stata la sua ripresa a sorprendere il medico del Bolton, quanto il come. Il cuore di Muamba, incredibilmente, era rimasto fermo per un'ora e diciotto minuti prima di riprendere la pulsazione. Un caso unico quanto straordinario di ritorno alla vita.

Ultimo aggiornamento: 13 Giugno, 11:53
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