Il silenzio non aiuta. Perché il malumore di Mourinho cova senza sfoghi dialettici.
CONFRONTI
Ieri le motivazioni pubblicate della Corte Federale (che precisa di fare riferimento soltanto al referto arbitrale), hanno aggiunto poco a quanto già si sapeva: «...A fronte della semplice negazione da parte del sig. Serra delle accuse a lui rivolte, il sig.Mourinho indugiava in espressioni offensive («Sei un bugiardo», «Non sei un uomo») ovvero gravemente allusive sulla presunta parzialità del suddetto ufficiale di gara («Mi hai fatto buttare fuori perché sei di Torino e domenica c'è Roma Juventus»). Ora serve ricompattarsi. Ed è quello che già domenica sera la squadra ha provato a fare. Al fischio finale è andato in scena un confronto di mezz'ora, al quale hanno partecipato anche gli infortunati Pellegrini e Belotti più lo squalificato Cristante, presenti allo stadio. Non Mourinho che ha provato ad entrare nello spogliatoio ma al quale è stato ricordato come non fosse possibile, vista la squalifica. Un segnale comunque di compattezza. Della serie: si è famiglia sempre, sia quando le cose vanno bene, sia quando non funzionano e magari c'è da dirsi qualcosa con toni più accesi. Tra l'altro, quello che doveva dire alla squadra, José lo ha fatto ieri, a Trigoria. Discorso breve, della serie: tutti compatti, ci giochiamo la stagione.
AVANTI CON I FEDELISSIMI
L'indicazione di José è chiara: resettare e pensare alle prossime due partite. A differenza di Sarri che ha già deciso come il derby debba avere la precedenza sul ritorno con l'Az Alkmaar, Mou penserà ad una partita alla volta. E in tal senso chiederà uno sforzo ai suoi fedelissimi. Con il recupero di Pellegrini e quello di Belotti in vista del derby, le rotazioni saranno ridotte al minimo sia prima che dopo in campo. Con Real Sociedad e Lazio si giocherà in 14-15, sommando agli undici titolari Wijnaldum, El Shaarawy, Il Gallo e Karsdorp o Zalewki a seconda delle scelte iniziali. Il tempo dei bambini è finito. Ora, spazio agli uomini.
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