Roma, tentazione De Rossi sulla scia di Pirlo

Lunedì 10 Agosto 2020 di Ugo Trani
De Rossi
Il tempo, non il vento, gonfia la vela giallorossa di Fonseca. Più si allontana la figuraccia di Duisburg e più si avvicina il giorno del raduno precampionato. Il conto alla rovescia, - 17 dall’appuntamento a Trigoria, mette al sicuro il tecnico, confermato soprattutto dal vuoto di potere che regna sul pianeta Roma. Se ci fosse stato più spazio tra la fine della vecchia stagione e l’inizio della nuova, Paulo avrebbe rischiato il posto nonostante abbia il contratto che scade il 30 giugno 2021. La sua posizione, però, sarà analizzata a fondo dal ceo Fienga, contrario al ribaltone, e dal suo staff, dove qualcuno, dopo l’addio di Pallotta, vota per l’esonero. Proposte ai collaboratori di Friedkin ne vengono girate quotidianamente. L’allenatore, insomma, entra in ogni conference call tra la Capitale e Houston. Ed è legato al ds, priorità della proprietà entrante. Il prescelto avrebbe voglia di indicare la guida tecnica. Così è ipotizzabile il gioco delle coppie. De Sanctis, rimasto per il momento a Trigoria dopo la separazione da Baldini che lo ha fatto passare come testa di legno nel post Petrachi, ha feeling con il portoghese e quindi, se resterà accanto al nuovo responsabile del mercato, spingerà per dargli ancora fiducia.

OPZIONE DI LUSSO
Il tandem di alto profilo è la suggestione nata dopo l’eliminazione della Juve dalla Champions. Sarri esonerato e quindi libero. E imposto, l’estate scorsa, da Paratici, contro la volontà di Agnelli che non avrebbe mai divorziato da Allegri. Il ds bianconero, confermato sabato dal suo presidente, è stimatissimo da Fienga. E vicinissimo a Giuffrida, sponda della Roma di ieri e di oggi nelle trattative in Italia e all’estero. Nessuna apertura, però, è arrivata da Paratici: tentato, ma ancora fedele. L’allenatore, invece, sarebbe disponibile. Piazza e società ideali per prendersi subito la rivincita.

AVVENTURA ROMANTICA
Affascina la gente e chi fa il suggeritore, dalla Capitale, di Friedkin: De Rossi in panchina e Totti responsabile dell’area tecnica. Come ds, conoscendosi da anni, ok pure De Sanctis. Oppure chi ha già lavorato con gli ex capitani, ad esempio Pradè. Daniele, la scorsa settimana in vacanza a Vulcano, si aspetta la chiamata: non ha il patentino, ma l’ostacolo è aggirabile aspettando l’esame. La Roma vorrebbe imitare la Juve, panchina a Pirlo, e non dovrebbe avere alcun dubbio: in giallorosso e in azzurro, De Rossi è stato sempre considerato dai compagni l’allenatore in campo. Più del suo grande amico Andrea.

ANDATA E RITORNO
Anche l’ex Sabatini si è accostato alla porta giallorssa per tornare, magari accompagnato da Mihajlovic che l’anno scorso uscì dalla corsa sul più bello. Ma il ds del Bologna, con nota girata all’Ansa, si è improvvisamente chiamato fuori: «Ho letto in questi giorni, rumors o solo sussurri che mi avvicinano alla nuova proprietà della Roma - a cui va il mio in bocca al lupo - come possibile candidato per il posto da ds. Pur amando ancora molto la piazza romana e i suoi tifosi, sono impegnato con tutto me stesso nel progetto che porto avanti da oltre un anno come dt del Bologna e del Montreal Impact e non intendo spostare la mia attenzione da qui. Nutro un profondo senso di lealtà e rispetto per Joey Saputo, il migliore dei presidenti». Il finale ci sta: stilettata a Pallotta. E, per la panchima, c’è pure qualche big nell’elenco. Di Spalletti si è parlato (e ne discuterà ancora): la pista non è da scartare. Piace all’interessato e alla piazza. Pochettino è la proposta del mediatore che si agita nel weekend quando la concorrenza diminuisce. Sul ds, invece, aumenta: Giuntoli si sente messo all’angolo e sminuto da De Laurentis: lascerebbe subito il Napoli. Berta dell’Atletico Madrid aspetta la fine della Champions per decidere se lasciare la Spagna.
Ultimo aggiornamento: 07:56
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