Alla fiera dell’Uefa, per due soldi si può comprare il solito topolino, oppure, quest’anno più che mai, ordire trame, piazzare affari e affaroni, rifilare bufale.
DEREGULATION
Esplode la libertà, ma si avverte un forte sentore di deregulation, di tana liberatutti, di istituzioni come scogli che non arginano il mare. È il trionfo del libero mercato e l’opposto di 40-50 anni fa, quando i calciatori erano schiavi dei club, senza margini di trattativa, se non firmavano il maledetto contratto rischiavano di smettere: poi le conquiste dell’Aic, con lo svincolo, hanno cambiato la storia, seguite dagli anni grassi dei diritti tv e intanto la legge Bosman che allargò maglie e diritti dei lavoratori, ed eccoci arrivati a oggi. Andate per il mondo e moltiplicatevi i guadagni, vostri e dei manager, anche se molti giocatori, i più deboli, rimarranno col cerino in mano, le carriere interrotte o declinanti di colpo. I club sono travolti dai disavanzi, navigano a vista, non pianificano più strategie e rinnovi, e i giocatori si liberano, costano zero di cartellino e uno sproposito di ingaggi e mance, conquistano da soli fette di mercato.
PROCURATORI
Da Mbappé a Pogba a Modric sono tutti liberi di accasarsi dove vogliono, i loro procuratori a orientare il futuro dei club, ingrassandosi fino a scoppiare (tanto poi decomprimono a Malta): oltre 3 miliardi le commissioni pagate negli ultimi dieci anni, e si va a crescere, perché solo nel 2021 si sono superati i 500 milioni. Un emiro che volesse stupire il mondo, un altro, potrebbe mettere su una squadra come quella che vedete in questa pagina, tutti (tranne Witsel) campioni del mondo e d’Europa in carica o del recente passato, e rifornire la panchina con i vari Isco, Zakaria, Cavani, Origi. Un pazzoide italiano che volesse provare a vincere lo scudetto, potrebbe farlo con gli svincolati, la formazione-tipo che vedete più gente come Ospina, Malcuit, Saponara, Insigne, Mertens e via offrire.
MOLLATI
In realtà sembra tutto un immenso pasticcio, perché qui la terra trema. E non è detto che uno svincolato di gran nome sia un affare, a volte viene mollato dal suo club per motivi che non si vogliono far conoscere, ma che saranno chiari a tutti più in là, e i casi di Messi e Sergio Ramos al Psg lo testimoniano, perché il tempo passa anche per i migliori. Ma ciò a cui stiamo assistendo è la continuazione della solita guerra, solo con altri mezzi: come nella vita sociale, anche nel calcio si accentuano disequilibri e diseguaglianze, la forbice si allarga, i campionati sono pieni di baraccopoli affiancate a pochi grattacieli di lusso, e non potrà durare. Perché intanto, mentre i club della Premier League comandano il gioco, il Real Madrid, teoricamente in difficoltà dopo le spese per il nuovo Bernabeu (per questo promuove la Superlega), ingaggerà Mbappé e muove su Haaland, che costa 150 milioni. Il Barcellona, 1.400 milioni di debiti, acquista Ferran Torres dal City per 55 milioni e si interessa a De Ligt, clausola da 125 milioni. Come al solito molte cose non tornano. Oppure è tutto chiaro. Liberi tutti, ma ricchi e felici in pochi. Gli altri si arrangino.