Crespo e la sfida da doppio ex: «Lazio bella, ma contro l'Inter non basterà»

Sabato 13 Febbraio 2021 di Daniele Magliocchetti
Crespo e la sfida da doppio ex: «Lazio bella, ma contro l'Inter non basterà»

Arrivò alla Lazio nell’estate del 2000, in una squadra che aveva appena vinto lo scudetto. Il suo ingaggio fece clamore e impazzire i tifosi, per lui la società spese 110 miliardi delle vecchie lire, al cambio attuale 56,81 milioni di euro. Da qui per Hernan Crespo, che ha appena firmato come tecnico del San Paolo, l’etichetta di “Mister 110 miliardi”. Il suo è ancora l’acquisto più importante della storia della società laziale, rapportato a un’epoca nella quale di sicuro giravano molti più soldi per i calciatori e non solo. Venne dal Parma, in biancoceleste restò due anni, collezionando 73 presenze e segnando 48 gol e poi nel 2002 andò all’Inter giocando 116 partite e realizzando 45 reti. Ha vinto scudetti e coppe nazionali con i nerazzurri, un titolo di capocannoniere, una Supercoppa e sfiorato uno scudetto con i biancocelesti. Nessuno meglio di Crespo, che ha giocato e vinto da protagonista assoluto con entrambi i club, può presentare la sfida di domani a San Siro tra la sua Inter e la sua Lazio. 
Due società, due storie diverse.
«Ogni club mi ha dato tanto e sono stato bene in due città diverse tra loro, ma belle. Arrivai alla Lazio e diventai maturo, all’Inter ho vinto parecchio».
In biancoceleste però riuscì a vincere il titolo dei bomber.
«Si, vero. Dopo qualche mese dal mio arrivo, Eriksson andò via, venne Zoff, mi mise in coppia con Salas in attacco e segnai una raffica di gol, fino a diventare capocannoniere».
Passiamo all’imminente Inter-Lazio: sfida scudetto solo per i nerazzurri?
«Considerando la classifica, direi di sì. L’Inter, inoltre, è impegnata soltanto in campionato, dunque può spendere tutte le energie in una sola competizione». 
E la Lazio? 
«Sta facendo un’ottima stagione, è ancora In Europa, ha recuperato tanti infortunati e può dare filo da torcere a chiunque. Però, sono sincero, per lo scudetto l’Inter mi sembra più attrezzata».
Come gioca la Lazio?
«Bella squadra. Concreta. Gioca un calcio moderno, molto dinamico. E poi, cosa che non va mai trascurata, questi ragazzi sono insieme da tanti anni. E questo conta e può fare la differenza. L’affiatamento e la conoscenza tra i giocatori sono valori che spesso non vengono considerati, ma sono molto importanti».
E’ stato suo compagno, se l’aspettava Inzaghi tecnico?
«Che fosse un malato di calcio si vedeva ampiamente. E si vedeva anche che aveva una chiara visione del gioco. Poi le circostanze lo hanno portato sulla panchina di una grande squadra ed è stato in gamba a guadagnarsi la fiducia della società, dei giocatori e della gente. Davvero bravo Simone».
Qual è il giocatore delle due squadre che la esalta ti più?
«A me piace Lautaro Martinez, credo che sia il più tecnico tra tutti quelli che hanno Inter e Lazio. E non lo dico soltanto perché è argentino: ha incredibili margini di miglioramento, non ha ancora espresso tutto il suo reale potenziale. Non mi sarebbe dispiaciuto giocare con lui, almeno ho questa curiosità».
É sfida anche Lukaku-Immobile, i due segnano quanto lei.
«Sono due certezze. Anzi, meglio: due sentenze. Sono diversi, ma segnano tutt’e due con una frequenza incredibile. Non è semplice tenere il loro ritmo di marcature in un campionato come la Serie A».
Differenza tra i due bomber?
«Lasciatevelo dire da uno che conosce il mestiere. Lukaku è un trascinatore, la squadra si appoggia a lui quando deve risalire. Immobile è molto più finalizzatore, ma in area di rigore è davvero spietato. Pazzesca la continuità con cui segna».
Che succede se vince l’Inter?
«Nulla, è ancora troppo presto per dire chi avrà il muso davanti in primavera. Soltanto a metà marzo si potranno fare valutazioni più precise».
E se invece vincesse la Lazio?
«Anche in questo caso, non credo succeda niente, se non che il gruppo di Inzaghi avrebbe ancora più consapevolezza nei propri mezzi, una spinta in più».
C’è qualche giocatore di questa Lazio che avrebbe potuto giocare titolare nella sua?
«Per Luis Alberto un posto l’avremmo trovato, anche se noi eravamo davvero forti. Molto forti. Anzi: fortissimi».
Ma è vero che Roma l’ha frequentata solo di notte?
«In quel periodo andare in giro per la città di giorno non era tanto possibile, la gente mi riconosceva e non era facile. Bellissimo eh. Pensi che con Veron una volta, nonostante ci fossimo travestiti, alla fine ci rifugiammo in un negozio, dovettero chiamare i carabinieri. Comunque vedere il Colosseo, Piazza Navona di sera è stupendo».
Anche di Milano ha bei ricordi.
«All’Inter stavo bene, andai via con grossa sorpresa nel 2003, poi ritornai e vincemmo Supercoppa e scudetto. Sono stato bene sia alla Lazio che all’Inter. Sarà una bella partita, lo spettacolo non mancherà».
 


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