Europei e Covid: il torneo, i contagi, la finale a Wembley evento super-diffusore. Lo studio inglese su Euro 2020

Sabato 21 Agosto 2021 di Stefania Piras
Covid, il bilancio della finale Uefa: cosa ci hanno insegnato gli Europei suoi grandi eventi e l'esempio del tennis

Torneranno i grandi eventi, in parte sono già tornati. Basti pensare alla Uefa e alle Olimpiadi. Gli Europei 2021 di calcio, combinati a un pubblico vaccinato, hanno dimostrato che si può tornare alla normalità. Lo dice anche uno studio del Public Health England che ha analizzato il rapporto fra eventi sportivi e contagi. E che è incoraggiante perché dice che i grandi eventi sportivi riportano un numero di casi paragonabile o inferiore alla prevalenza di casi dell'intera comunità. Quindi, è possibile svolgerli in sicurezza mantenendo attive tutte le precauzioni. Le conclusioni dello studio del governo inglese dicono chiaramente che rimane fondamentale ricevere entrambe le dosi del vaccino il prima possibile, indossare una copertura per il viso in spazi chiusi come sui trasporti pubblici durante il tragitto, e se si sta raggiungendo gli amici prima di un evento, considerare di farlo all'aperto per ridurre il rischio di diffusione del virus. I dati mostrano infatti che gli individui risultati positivi hanno riferito di aver partecipato a una varietà di attività, tra cui la visita a bar, pub, altre case e mangiare fuori nei giorni delle partite. Questi dati evidenziano «la necessità per chi partecipa a grandi eventi di rimanere cauto in tutti i contesti, che sia ad un evento, nelle case, nei pub o nei bar quando ci si riunisce con la famiglia, gli amici o altri membri del pubblico», sottolinea il rapporto inglese.

  • La finale Italia-Inghilterra a Wembley ha rappresentato un evento calamita per le infezioni, un evento "super spreader". Ma è stata anche un evento unico, straordinario per cui molte persone hanno stazionato fuori dallo stadio cercando di entrare in tutti i modi, anche senza biglietto. 
  • Circa 5.700 contagi in tutto così ripartiti nell'analisi del governo inglese: 3.404 persone che si trovavano a quella partita o attorno allo stadio hanno sviluppato il Covid nei giorni successivi. Quasi 2.300 (2.295) sono entrate allo stadio o hanno gravitato attorno allo stadio già infette. 
  • Conseguenza: la super finale vinta dalla Nazionale italiana ha generato da sola quasi la metà dei 9.000 casi di Covid registrati in Gran Bretagna durante lo svolgimento delle 8 partite di Euro2020.
  • Fattore significativo: i disordini di massa, tra cui l'intrusione di tifosi senza biglietto.
  • La differenza con Wimbledon (torneo di tennis) che ha registrato contagi molto più bassi: perché?

Quasi 2.300 persone probabilmente infettate dal Covid-19 hanno seguito la finale degli Europei allo stadio di Wembley lo scorso 11 luglio. La finale dei campionati di calcio Uefa tra Italia e Inghilterra è stata un evento super-diffusore di coronavirus. Questo dicono i dati elaborati nello studio presentato dal Public Health England secondo il quale 3.404 tifosi che hanno assistito alla finale sono risultati positivi nei giorni successivi e potrebbero aver contratto il virus allo stadio. Non c'è una certezza matematica che la trasmissione sia avvenuta sicuramente durante l'evento, né che gli individui si siano infettati al momento della loro partecipazione a quell' evento. È un calcolo che mette in relazione temporale l'evento e il successivo tracciamento (un test positivo). 

Evento unico - La partita, circa 67. 000 spettatori, è stata la prima finale dell'Inghilterra in un torneo internazionale di calcio da quando il paese ha ospitato e vinto la Coppa del Mondo del 1966. Quindi è stato anche un evento straordinario, che non capita spesso.

Secondo le autorità sanitarie britanniche, infatti la finale di Wembley è stata una partita che «accade una volta in una generazione» e non può essere usata come termine di paragone per altri eventi di massa, che a loro parere possono tenersi in sicurezza senza una significativa diffusione del Covid. «Era la prima volta che una squadra inglese partecipava a una finale internazionale di calcio da 55 anni. Questo non verrà replicato per tutte le partite che si svolgeranno durante l'inverno», hanno dichiarato.

L'analisi ha anche evidenziato che al torneo di Wimbledon (tennis) a giugno il rapporto tra persone già contagiate e nuovi positivi è stato molto più basso della finale di Wembley.

E l'intero campionato Uefa quanto ha agevolato le infezioni? Il sistema sanitario inglese è arrivato a contare più di 9.000 contagi: tante sono le persone risultate positive al Covid e collegate alle partite di calcio di Euro 2020. Il governo inglese oltre ad allestire e a finanziare a tempo record un consorzio che si è occupato esclusivamente di sequenziamento del virus per individuare le varianti ha anche messo in piedi un osservatorio sugli eventi di massa per analizzarne l'impatto epidemiologico.

Risultato: il torneo ha generato «un rischio significativo per la salute pubblica». È anche vero però che quando è cominciato il torneo la campagna vaccinale era partita in Europa e da oltre sette mesi nel Regno Unito.  La Gran Bretagna ha cominciato a vaccinare otto mesi fa: la prima dose di vaccino Pfizer è stata iniettata l'8 dicembre 2020 (il Case Fatality Rate diminuisce dopo quella data: grafico qui sotto. Il Case fatality rate è il tasso di fatalità ed è il rapporto tra i decessi confermati e i casi confermati. Non è l'unica misura del rischio di mortalità di una malattia). 

L'analisi pubblicata venerdì ha scoperto che più dell'85% di tutte le infezioni collegate ai 49 giorni di vari eventi sportivi, musicali e di intrattenimento all'aperto provenivano dalle otto partite di Euro coinvolte, e principalmente dalla semifinale e dalla finale (dal 13 giugno all'11 luglio). Quindi c'è stato un legame diretto: le partite si sono dimostrare un acceleratore dei contagi. Ma non tale da far sballare e impennare l'indice dei contagi. 

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I numeri

Lo studio, condotto congiuntamente dal dipartimento di cultura e Public Health England, ha trovato che 9.402 test positivi sono emersi da tifosi che hanno seguito le partite Uefa, con 3.036 persone (quindi un terzo) che hanno riportato i sintomi due giorni dopo il match, indicando che probabilmente sono stati infetti al momento della partita. 

Il numero di casi era in gran parte simile o inferiore ai tassi di infezione generale in quel periodo, il che significa che gli eventi di massa possono avere luogo in modo sicuro. Ma l'analisi condotta Jenifer Smith, il vice direttore del Public Health England, dice che mentre gli Euro non sono un evento frequente e ciclico, è importante imparare lezioni dalla scala di infezione che hanno portato. «Il torneo Euro 2020 e il progresso dell'Inghilterra alla finale dell'Euro hanno generato un rischio significativo per la salute pubblica in tutto il Regno Unito anche quando l'Inghilterra ha giocato all'estero», dice il rapporto.

«Questo rischio non derivava solo dagli individui che partecipavano all'evento stesso, ma includeva le attività intraprese durante il viaggio e le attività sociali associate».

Wimbledon invece, dove i campi da gioco avevano fino al 100% di capacità, ma il pubblico di circa 300.000 spettatori ha generato solo 881 casi, lo studio nota: «I team di ricerca presenti a ciascuno di questi eventi hanno riportato forti differenze nel comportamento della folla e degli spettatori».

A parte la questione delle folle intorno ai bar, lo studio dice che gli spettatori di Euro 2020 sono via via diventati più indisciplinati su cose come le mascherine, mentre la finale Inghilterra-Italia è stata caratterizzata da disordini di massa, compresa l'intrusione di tifosi senza biglietto.

La differenza con Wimbledon - C'è stata forte disparità nelle infezioni conteggiate tra gli spettatori di Wimbledon e tra quelle rilevate nel pubblico degli Europei. Al punto che gli scienziati del governo inglese hanno proposto che i tifosi di calcio si debbano portare le bevande ai loro posti invece che affollare i bar, come accade ai campionati di tennis, proprio per evitare folle dense riunite intorno ai banconi.

«Euro 2020 è stata un'occasione unica ed è improbabile che vedremmo un impatto simile sui casi di Covid-19 da eventi futuri», ha detto Smith. «Tuttavia, i dati mostrano quanto facilmente il virus può diffondersi quando c'è un contatto ravvicinato, e questo dovrebbe essere un avvertimento per tutti noi mentre cerchiamo di tornare a una cauta normalità ancora una volta».

Oliver Dowden, il ministro della cultura, ha detto: «Abbiamo dimostrato che possiamo reintrodurre eventi sportivi e culturali di massa in modo sicuro, ma è importante che le persone rimangano caute quando si mescolano in ambienti molto affollati»«Per poter mantenere la stagione calcistica, i teatri e i concerti sicuri con le folle piene quest'inverno, esorto i fan dello sport, della musica e della cultura a fare il vaccino, perché questo è il modo più sicuro per far sì che i grandi eventi possano esistere», ha aggiunto.

Il ministro della Salute, Lord Bethell, ha detto: «I dati sono la nostra più grande arma nella lotta contro la pandemia, e questi piloteranno il nostro approccio agli eventi di massa, ora e in futuro. Questi eventi e la passione dei sostenitori hanno portato gioia a milioni di persone in tutto il paese. Ma i rapporti chiariscono che rafforzano anche la necessità di non abbassare la guardia. Abbiamo tutti bisogno di rispettare i consigli che accompagnano i grandi eventi per mantenere tutti al sicuro e in modo che tutti possano godere in sicurezza di queste importanti occasioni. Possiamo tutti continuare a fare la nostra parte facendo il test regolarmente e facendo il vaccino».

Gli altri eventi sportivi 

Oltre agli Europei e a Wimbledon, sono state analizzate una serie di partite internazionali di cricket, le corse del Royal Ascot, il torneo di golf Open nel Kent, il Goodwood Festival of Speed e il festival musicale Download. Download ha avuto solo 81 casi identificati tra le 10.000 persone che hanno partecipato per tre giorni. Mentre le misure di mitigazione variavano tra gli eventi, i partecipanti a tutti gli eventi dovevano essere in possesso del Green pass: dovevano dimostrare di essere completamente vaccinati, di avere gli anticorpi Covid o di essere risultati negativi al virus nelle 48 ore precedenti. 

Il Gran Premio di Formula Uno britannico a Silverstone in luglio ha attirato una folla di 350.000 persone, la più grande in Gran Bretagna in più di 18 mesi, per tre giorni e ha avuto 585 casi registrati da NHS Test and Trace. Di questi casi, 343 erano probabilmente già infetti e il resto probabilmente ha acquisito un'infezione allora. 

Ultimo aggiornamento: 18:15

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