Coronavirus, lo sport riparte come previsto, prima i singoli poi le squadre

Domenica 26 Aprile 2020
Coronavirus, lo sport riparte come previsto, prima i singoli poi le squadre

Da maggio lo sport italiano fermato dalla pandemia può cominciare il riscaldamento per la ripartenza. Dal 4 maggio potranno riprendere gli allenamenti degli atleti professionisti o di interesse nazionale che praticano sport individuali, nel rispetto del distanziamento previsto dalle normative sanitarie contro la pandemia: invece per gli sport di squadra bisognerà aspettare il 18 maggio. Il via libera, nella forma prevista da chi lo attendeva, è arrivato in serata con la conferenza stampa Del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che ha illustrato il contenuto dell'ultimo Dcpm.

Nuoto e tennis, quindi, cominceranno prima di calcio e basket, con il mondo del pallone che avrà ancora un pò di tempo per scogliere gli ultimi dubbi sanitari e legali, in un quadro che finora era di assoluta incertezza. Quanto al campionato però il premier chiarisce; «nulla ancora è deciso». La Serie A conta molto sul protocollo sugli allenamenti stilato dalla Commissione medico scientifica della Federcalcio, ma restano dubbi aperti, evidenziati anche dai medici delle società, e non è da meno l'aspetto legale, perchè un club, secondo i giuslavoristi, potrebbe essere chiamato a rispondere sul piano civile, ma anche su quello penale in caso di contagi tra i giocatori e pochi altri tesserati coinvolti nel progetto ripartenza. La convinzione dei presidenti e che anche partendo il 18 la stagione possa chiudersi regolarmente, l'idea play off emerge e scompare come un fiume carsico ma non piace alla maggioranza dei club. In serie C, Ghirelli ha convocato una conference call dei medici, dopo che alcuni avevano protestato per non esser stati consultati: si verificherà fattibilità e adattamenti del protocollo. Sul fronte tifosi, secondo un sondaggio, condotto da IZI con Comin & Partners, la maggioranza degli italiani (il 64%) sarebbe contraria alla ripresa dei campionati professionistici, soprattutto per motivi sanitari D'altra parte il pendolo del sì e del no riguarda tutto il calcio europeo. L'Olanda ha deciso di fermarsi, il Belgio che doveva farlo prima ha ancora rinviato la scelta, la Germania aspetta il 30 il verdetto dell'esecutivo per riprendere il campionato magari già il 9 maggio, con il presidente onorario del Bayern, Uli Hoeness, che invita a non avere fretta, pur essendo convinto che sia meglio riprendere: «Non è ammissibile che si perda anche una sola vita per una settimana o due di divertimento: nessuno potrebbe farsi carico di una simile responsabilità». Più diretto il ceo del Borussia Dortmund, Hans Joachim Watzke, secondo il quale «o si riprende a giocare, o la Bundesliga sarà prosciugata. E allora il calcio tedesco non sarà più nella forma che conoscevamo finora». In Spagna c'è grande cautela e il ministro della sanità di Madrid dichiara che promettere un ritorno del campionato prima dell'estate «sarebbe imprudente». Salvador Illa non si sbilancia nemmeno sul progetto della Liga che intende testare tutti i giocatori per riprendere gli allenamenti e poi le partite, ferme dal 12 marzo. Esultano intanto gli altri sport, anche se solo il testo del decreto chiarirà se ad esempio il ciclismo è considerato sport singolo o di squadra. Lo conferma i ct del ciclismo, Davide Cassani, che aspettava con ansia il via libera del governo alla ripresa degli allenamenti individuali: «È un passo che mi trova completamente d'accordo, la situazione sembra in miglioramento - afferma -.. Noi ciclisti saremo responsabili: siamo stati tra i primi a fermarci e alla ripresa seguiremo le regole, d'altronde siamo abituati ad allenarci da soli. Avremo sempre la mascherina in tasca da usare se ci fermeremo e manterremo una distanza di 20 o 30 metri dagli altri».

Ultimo aggiornamento: 23:38
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