Chelsea, cessione a rischio? Ora Abramovich cambia idea: vuole 1,9 miliardi di euro dalla vendita

Il magnate russo è tornato sui suoi passi rinnegando la promessa di cancellare il debito da quasi 2 miliardi di euro. Ma il governo inglese non è d'accordo

Martedì 3 Maggio 2022
Chelsea, cessione a rischio? Ora Abramovich cambia idea: vuole 1,9 miliardi di euro dalla cessione

La vendita del Chelsea non è più così scontata. Perché nel processo della cessione, che dovebbe terminare a maggio, c'è un ostacolo. Secondo il Times, Abramovich sarebbe tornato sui propri passi, rinnegando la promessa di cancellare il debito da quasi 2 miliardi di euro, cambiando quindi le carte in tavola.

Dopo aver annunciato di non voler alcun ricavato dalla cessione del club londinese e di voler devolvere tutti i ricavi in beneficenza, in Inghilterra ora temono che le cose possano cambiare. Questo perché, spiega il quotidiano britannico, il Chelsea avrebbe informato il governo inglese (e gli acquirenti) di voler rivedere le modalità di cessione del club. Il magnate così annullerebbe la promessa di cancellare un debito da 1,6 miliardi sterline (poco meno di 2 miliardi di euro) che il club ha nei suoi confronti, legato agli investimenti fatti nel corso degli anni di presidenza. Abramovich avrebbe già informato il governo britannico e i possibili acquirenti riguardo alla sua volontà di ristrutturare la modalità di cessione, includendovi il pagamento del debito dalla società che controlla il club, la Fordstam Limited, alla Camberley International Investments, anch'essa legata al magnate. Una strategia che però non piace al governo inglese che invece preferirebbe che i proventi fossero utilizzati per aiutare le vittime della guerra in Ucraina. 

Abramovich, l'oligarca russo salva bimbo di 10 anni di Mariupol deportato a Mosca

Chelsea da proprietà russa ad americana

Secondo la stampa britannica è il consorzio capitanato da Todd Boehly il più accreditato per l'acquisto del club londinese, messo in vendita dopo che il proprietario Roman Abramovich è stato sanzionato per i suoi presunti legami con il presidente russo Vladimir Putin. Né il Chelsea né Boehly hanno ufficialmente commentato l'anticipazione dei media britannici, che però hanno stimato l'offerta dell'uomo d'affari americano pari a circa tre miliardi di euro. Nettamente inferiore a quella presentata dal miliardario britannico Sir Jim Ratcliffe che avrebbe presentato un'offerta di 4,25 miliardi di sterline, l'equivalente di circa cinque milioni di euro.

Ma non solo. Ratcliffe - azionista inglese di maggioranza del gruppo chimico Ineos - si sarebbe impegnato a investire circa 200 milioni nel club all'anno per il prossimo decennio come parte della sua sottomissione. Ma l'offerta, la più allettante, almeno sulla carta, sarebbe arrivata venerdì mattina, settimane oltre la scadenza iniziale per le offerte del 18 marzo. Da qui la decisione di escluderla dal novero delle contendenti. A cominciare dal consorzio favorito, guidato da Boehly, che già nel 2019 aveva provato ad acquistare il club di Stamford Bridge. Oltre alla quota nei Dodgers il milionario americano controlla la squadra di basket femminile dei Los Angeles Sparks, e ha una quota nella famosa franchigia dei LA Lakers. Ma la proprietà del Chelsea sarà più estesa alla singola persona: comprenderà il miliardario svizzero Hansjorg Wyss, il dirigente delle PR americane Barbara Charone, l'uomo d'affari britannico Jonathan Goldstein e il giornalista britannico Daniel Finkelstein.

Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 09:24
© RIPRODUZIONE RISERVATA