Tornano Champions ed Europa League e le bolle rischiano di scoppiare ancora

Martedì 20 Ottobre 2020 di Romolo Buffoni
Tornano Champions ed Europa League e le bolle rischiano di scoppiare ancora

 Il giro di partite delle Nazionali, fra Nations League, qualificazioni mondiali e amichevoli, è stato disastroso dal punto di vista dei contagi Covid. I 74 calciatori “italiani” usciti dalle “bolle” messe su in ossequio al Protocollo dai rispettivi club e andati da una parte all’altra dell’Europa o del mondo, hanno fatalmente moltiplicato il rischio di contrarre il virus. Chi si è contagiato è uscito dalla disponibilità delle squadre di appartenenza per tutto il tempo necessario a guarire. È accaduto a Cristiano Ronaldo, partito sano da Torino e ammalatosi (pur se asintomatico) in Portogallo, costretto a saltare Crotone e, stasera, l’esordio della Juve in Champions a Kiev contro la Dinamo. In dubbio anche la sfida con il Barcellona di Messi del 28 ottobre. Ma CR7 è solo il caso più eclatante: la Roma ha perso Diawara infettatosi nella sua trasferta in Guinea; il Crotone non ha potuto disporre del rumeno Dragus tornato malato dalla Under 21 della Romania.
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Altro giro, altra giostra.

Ripartono le coppe europee e negli aeroporti d’Europa torneranno le comitive con borsoni e palloni al seguito. La Uefa (come la Fifa) non ha pensato minimamente a ridimensionare il calendario di nazionali e club puntando a recuperare la normalità, in tempi che normali non torneranno ancora per molto. Viaggiare non è mai una buona idea con il virus agguerrito ancora in giro e non basta vietare o limitare il pubblico sulle tribune per far tendere allo zero il rischio contagio. A proposito di pubblico: la federcalcio europea ha acconsentito a fare entrare negli impianti un numero di spettatori fino al 30% della capienza. Misura ovviamente soggetta a restrizioni in base alle normative dei singoli Stati. Così, ad esempio, se all’Allianz Stadium potranno entrare al massimo in mille per Juventus-Ferencvaros, alla gara che si giocherà alla Groupama Arena di Budapest potranno assistere 7.100 tifosi (tutti rigorosamente di casa). In Ungheria si può: alla Puskas Arena di Budapest, a fine settembre, si è disputata la finale di Supercoppa europea tra Bayern e Siviglia (2-1 per i tedeschi) alla quale hanno potuto assistere 10mila spettatori.


LA SITUAZIONE
In questa prima fase a gironi la trasferta più insidiosa, in termini di Covid, è quella in Repubblica Ceca. A Praga e dintorni la situazione sta sfuggendo di mano e, a fronte di un numero di casi ancora non altissimo (173.885) negli ultimi 14 giorni il tasso di mortalità ha toccato il 6,5 per 100.000 abitanti, il più alto in Europa. Il Milan in Europa League, dovrà andare a far visita allo Sparta Praga il 10 dicembre e chissà tra poco meno di due mesi come sarà la situazione. Stasera la Juve è di scena a Kiev contro la Dinamo in un’Ucraina 25ª al mondo per numero di casi e undicesima per incremento di positività. Più tranquilla la trasferta dell’Atalanta, che domani è di scena in Danimarca per la sfida al Midtjylland: “solo” 35.392 i casi nel paese scandinavo con una mortalità nelle ultime due settimane di 0,4 ogni 100.000 abitanti. Giovedì, la Roma va a Berna contro lo Young Boys in una Svizzera con 74mila casi di Covid ma con un’impennata di positivi (+8.737) che ne fanno l’ottava al mondo subito dietro Belgio e Italia. E, a proposito di Belgio, si preannuncia blindato il viaggio della Lazio a Bruges per sfidare il Club Brugge in programma mercoledì 28 ottobre: il Paese sta scalando le classifiche di casi e mortalità, arrivati nelle ultime due settimane rispettivamente a 756,9 e 2,9 ogni 100mila abitanti. Per questo Bruxelles si sta blindando: doppio tampone per chi entra e stadio deserto, precluso anche ai giornalisti.

Ultimo aggiornamento: 11:50
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