Lazio, saluti romani dei tifosi in corteo a Glasgow. E gli scozzesi rispondono con Mussolini a testa in giù

Venerdì 25 Ottobre 2019 di Emiliano Bernardini
Lazio, saluti romani dei tifosi in corteo a Glasgow. E gli scozzesi rispondono con Mussolini a testa in giù

dal nostro inviato
GLASGOW Braccia tese sulle note di avanti ragazzi di Buda. Una canzone dedicata alla rivolta in Ungheria del 1956. Una canzone che i laziali hanno riadattato ai colori biancocelesti e che spesso intonano. Sguardi stralunati dei tanti passanti lungo Buchanan street, una delle tante vie attraversate dal corteo dei tifosi della Lazio. Tre chilometri a piedi tra le strade di Glasgow. Una sfilata da Merchant square fino dentro al cuore del Celtic park. Tutto è filato via liscio, peccato per la macchia dei saluti romani. La Lazio è anche sotto la lente della Uefa. I saluti romani fatti allo stadio durante il match con il Rennes sono già costati la chiusura della Nord proprio per il prossimo match del 7 novembre all’Olimpico con il Celtic. Quattro poliziotti a cavallo in testa e due schiere ai lati per contenere i 1500 biancocelesti arrivati da Roma. Qualche piccolo sfottò a distanza con i tifosi biancoverdi che guardavano da dentro i vari pub dislocati lungo le vie del corteo. Un dispiegamento di forze eccezionali, almeno 300 agenti arrivati da diverse città della Scozia. Il timore di incidenti era molto alto. Nella notte di mercoledì un centinaio di laziali in giro per le vie del centro avevano fatto alzare il livello di guardia dei poliziotti scozzesi. Fortunatamente non è successo nulla. La Digos italiana, in contatto con le forze dell’ordine locali ha mantenuto la situazione sotto controllo.
LO SPETTACOLO DEL PARADISE
Dentro lo stadio i tifosi del Celtic hanno risposto mostrando una bandiera con Mussolini a testa in giù e la scritta «seguite il vostro leader» riferito ai biancocelesti e poi una grande striscione con scritto «Lazio vaffa...» Prima del fischio d’inizio è stato uno spettacolo unico.

Giochi di luce ad illuminare lo stadio. Il bianco e il verde come unici colori. Il brivido corre forte lungo la schiena quando l’intero stadio spiega le sciarpe e intona You’ll never walk alone. Un’esplosione di emozioni che molti laziali hanno immortalato con gli smartphone. Poi la coreografia della Green Brigade a pitturare lo spicchio dell’ingresso 111, lì dove risiede il cuore del tifo biancoverde e l’urlo assordante e indiavolato del Paradise. Non a caso uno dei tre stadi più caldi della Gran Bretagna.


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