La Uefa: estate con scudetti e coppe. Fair play finanziario in stand-by

Giovedì 2 Aprile 2020 di Romolo Buffoni
La Uefa: estate con scudetti e coppe. Fair play finanziario in stand-by
Prima di tutto i campionati nazionali poi, se ci si riuscirà, spazio al resto ovvero Champions ed Europa League e le gare fra nazionali. L’Uefa nella conference call di ieri con i segretari delle 55 Leghe calcistiche affiliate ha dettato la linea dell’emergenza, definendo quello che potrebbe essere il percorso del calcio continentale se e quando la pandemia da coronavirus allenterà la sua morsa. Per fare spazio ai calendari dei tornei la Uefa ha comunicato che, in seguito alle indicazioni delle 55 federazioni e alle raccomandazioni dei gruppi di lavoro creati il 17 marzo, il Comitato esecutivo ha rinviato fino a ulteriore avviso tutte le partite delle competizioni per nazionali maschili e femminili in programma a giugno 2020. Non solo amichevoli, ma anche i play off di Nations League validi per la qualificazione all’Europeo spostato al 2021. Sospese anche le partite di qualificazione al campionato Europeo femminile e tutte le competizioni per nazionali giovanili. L’orientamento è di recuperarle in autunno. Champions ed Europa League, invece, tornerebbero in campo a ruota dei campionati. Quindi: corse scudetto, salvezza e promozioni da domenica 24 maggio fino, massimo, al 15 luglio. Immediatamente dopo i turni conclusivi delle Coppe che potrebbero essere assegnate anche ad agosto. È passata la linea italiana, ripetuta praticamente ogni giorno dal presidente della Figc Gabriele Gravina: si farà di tutto per arrivare a una conclusione dei campionati.
INTERESSI IN CAMPO
Troppo grandi gli interessi in palio: fra mancati introiti al botteghino, risarcimenti agli abbonati e mancati incassi dei diritti tv, la nostra serie A rischierebbe di accusare 700 milioni di danni dallo stop. Uno tsunami che metterebbe al tappeto, minacciando di spazzarle via, molte società già gravate da pesanti debiti alle quali non basterebbe l’ossigeno del “piano Marshall” messo in cantiere dalla Fifa. Anche per questo la Uefa ha deciso di allentare i lacci del Fair play finanziario. Sempre ieri, il Comitato esecutivo ha comunicato di aver «sospeso le norme sulle licenze relative alla preparazione e alla valutazione delle future dichiarazioni finanziarie dei club, esclusivamente per la partecipazione alle competizioni Uefa 2020/21». Inoltre, in previsione dello slittamento anche del mercato, sono posticipate a data da destinarsi anche le procedure di ammissione e registrazione dei giocatori (le cosiddette Liste Uefa). Non si tratta però di un colpo di spugna. Per la prossima stagione ai club non sarà imposto di presentare il bilancio che, comunque, verrà calcolato per il break-even del triennio. Nell’esame della situazione finanziaria verrà quindi presa in considerazione la circostanza legata all’emergenza. La Uefa, infatti, mette nel conto che non in tutti i Paesi l’attività possa riprendere in tempo per essere portata a termine. L’Italia in questo senso è “fortunata” nel senso che essendo stata aggredita prima dalla tragica pandemia può sperare di venirne fuori con qualche settimana di anticipo rispetto agli altri Paesi, Spagna e Inghilterra su tutti.
«Anche se ancora non c’è una data definitiva, né per la partenza né per l’arrivo, io ringrazio la Uefa. Anche i massimi organismi internazionali vivono delle nostre incertezze e cercano di offrire una serie di finestre», ha dichiarato Gravina. «La finestra di fine maggio, fino al 15-31 luglio sarebbe quella che io individuerei, in modo da avere tutto il tempo per iniziare a programmare la stagione 2020-21».
RITORNO AL PASSATO
Assegnare lo scudetto sotto l’ombrellone non sarebbe una novità: nel nostro campionato se ne contano ben 17, anche se lontani nel tempo. Il caso più recente è del 1988/89, stagione dominata dall’Inter dei record di Trapattoni. L’ultima giornata di quel torneo a 18 squadre (con 34 turni, quattro in meno di adesso) si disputò il 25 giugno. Il motivo fu la partenza ritardata al 9 ottobre, causa Olimpiadi di Seul disputate dal 17 settembre al 2 ottobre 1988. I nerazzurri, però, lo scudetto se lo erano cuciti sulle maglie con 4 giornate di anticipo. Stavolta, invece, sarebbe una volata vera fra Juve, Lazio e la stessa Inter.


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