Castelfranco. Svolta nel Giorgione calcio, lo storico presidente Orfeo Antonello lascia: «Troppo grande la delusione per il campionato»

Domenica 4 Settembre 2022 di Michele Miriade
Orfeo Antonello presidente del Giorgione calcio lascia

CASTELFRANCO - Non solo le retrocessioni lasciano il segno, ma anche le mancate promozioni. Se poi il fatto si ripete per tre volte nel giro di un anno, peggio ancora. Come al Giorgione dove il campionato di Eccellenza era stato vinto ma senza la promozione poi mancata ai playoff prima e agli spareggi poi. Tanta amarezza che ha lasciato il segno: diversi giocatori hanno lasciato. Ed ora l'addio del presidente Orfeo Antonello, dopo 22 anni. Con la ripartenza nel 2000, dopo il fallimento della gestione Auriemma, Antonello prese in mano la società ripartendo dalla Terza, salendo fino alla serie D nel 2011, la creazione di un settore giovanile all'avanguardia tra quelli leader in Veneto. Poi la discesa nel 2016 in Eccellenza, la mancata promozione come il ripescaggio e la chiusura di un ciclo fantastico. «Questi sono fatti che deludono, amareggiano e ti fanno svanire la voglia di fare calcio» sottolineava Antonello. Ed ora la decisione di uscire di scena dopo aver salvato il calcio a Castelfranco riportandolo in alto. Gli subentra Fabio Rosin, 59 anni di Ospedaletto d'Istrana, entrato in società da due mesi con il ruolo di direttore generale.
Antonello una decisione dettata da cosa?
«Dopo la delusione del campionato vinto senza promozione, i triangolari e questo ripescaggio mancato, ero deluso. Si è creata una situazione difficile da accettare. La somma dei fatti mi hanno un po' nauseato ed ho chiuso, questo calcio non produce nulla».
Ma era fiducioso nel ripescaggio?
«Fino all'ultimo. La Lega doveva ripescarci. Per questo poi abbiamo fatto ricorso. Pensavo che il Tribunale federale decidesse diversamente. Ero convinto in avvio di stagione di vincere il campionato, come è stato, e poi di essere ripescati. Invece nulla».
Non c'erano posti vacanti per la D, ma era accaduto in altre stagioni?
«Non c'erano posti ma sono state inserite altre società e sempre ci sono stati ripescaggi in soprannumero. Questo è il primo anno senza, nonostante la vittoria del campionato. Per quello che abbiamo fatto negli ultimi due anni la D la meritavamo».
E dalla beffa ai danni?
«Un danno doppio aver anche dovuto sborsare 2000 euro per le spese sia della Lega dilettanti che del Catania».
Deluso dalla Federcalcio?
«Molto. Non abbiamo avuto interlocutori, nessuno ci dava notizie, risposte o suggerimenti. Zero in tutto, come non esistessimo, abbandonati. Si parlava a Roma solo con chi rispondeva al telefono, mai un dirigente, ci parlavano dei problemi di società del Sud».
In questi 22 anni di presidenza però le soddisfazioni non sono mancate.
«Certo e sono state tante, ma tutte conquistate sul campo, senza favori, sudando e lavorando sodo in tutti i settori della società. In questi 22 anni è stata creata una società all'avanguardia, partendo dal nulla e dalla Terza siamo saliti in D creando un settore giovanile di livello vincendo uno scudetto con gli Allievi con tanti giocatori passati tra i professionisti e in A. Di questo ringrazio Fabio Dalla Costa. Il Giorgione é salito alla ribalta nazionale e ne sono orgoglioso».
Insomma 22 anni spesi bene.
«Molto bene. Dando tanto alla società, alle squadre, alla città. Lascio sereno e tranquillo ma amareggiato dopo quando accaduto nelle ultime due stagioni».
La città come ha reagito in questi anni, è stata vicina alla società?
«Non sempre, a volte sorda, ma d'altro canto le attività sportive sono tante, però riportando il calcio in alto, dalla città in tutte le sue componenti, si potrebbe avere di più».
La scelta del nuovo presidente?
«Con Fabio Rosin dal suo ingresso in società si era parlato di un possibile cambio. Speravo nella D, ma dopo quando accaduto abbiamo accelerato tutto».
Il suo futuro?
«Per ora rimango ancora in società per l'amicizia con Rosin, essendo nuovo mi sembra giusto stare vicino a lui».
 


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