​Lutto nel calcio, è morto l'ex arbitro Stefano Farina: aveva 54 anni

Martedì 23 Maggio 2017
Lutto nel calcio, è morto l'ex arbitro Stefano Farina: aveva 54 anni

Il mondo del calcio è in lutto: è morto a 54 anni, dopo una malattia, Stefano Farina, fama da duro, uno tra i migliori arbitri italiani e apprezzato a livello internazionale. Attuale designatore di serie B - nominato per la prima volta nel 2014 e confermato nelle due stagioni successive - avrebbe avuto buone possibilità per scegliere in futuro gli arbitri della massima serie. Lascia la moglie e un figlio. Appartenente alla sezione di Novi Ligure, Farina iniziò ad arbitrare giovanissimo, nel 1979, a soli 17 anni. Nel 1995 il debutto in serie A in Foggia-Reggiana, da allora è stato designato per altre 235 volte nella massima serie e 117 nella serie cadetta. Arbitro internazionale dal 2001 dopo che gli vennero preferiti prima Bolognino poi De Santis, Farina divenne arbitro elite dell'Uefa nel 2005.

Unico direttore di gara a non essere coinvolto nelle intercettazioni di Calciopoli ha arbitrato nel 2006 la finale di Supercoppa Europea tra Barcellona e Siviglia. Meno amato in Italia, è stato molto apprezzato in Europa dove venne chiamato per molte gare importanti della Champions League. Farina fu anche l'arbitro del Catania-Palermo del 2 febbraio 2007, il derby tristemente passato alle cronache: sospeso prima per circa 40 minuti per lancio di fumogeni, al termine ci furono scontri all'esterno dello stadio in cui mori il poliziotto, Angelo Raciti. Nonostante la sua origine genovese Farina fu designato per il derby della Lanterna del 2008 scatenando le proteste dei tifosi della Samp per un suo presunto tifo genoano. Durante un Genoa-Juventus del 2006 Farina espulse Pavel Nedved, reo di avergli dato un pestone. Lo juventino, poi squalificato per cinque giornate, disse «è un arbitro con il quale non voglio più avere a che fare».

La Figc con il presidente, Carlo Tavecchio, gli renderà omaggio con un minuto di silenzio disposto su tutti i campi. «La tua partita, quella più importante - il ricordo del presidente dell'Aia Marcello Nicchi - si è chiusa in un modo inaspettato, prematuramente, senza darti l'opportunità di concederti il recupero.

Quanto è difficile, in questi momenti, scrivere o dire qualcosa. E lo è ancora di più per chi, come me, ha avuto l'opportunità di condividere con te un lungo tratto di vita. Ti voglio, ti vogliamo ricordare, così come ti abbiamo conosciuto: un professionista meticoloso, a tratti puntiglioso ma anche simpaticamente giocoso; un grande arbitro ed un grandissimo dirigente, maestro formatore. Un padre, un marito e un amico, esemplare. La tua famiglia, e quella arbitrale perdono un punto di riferimento. Il mondo del calcio perde un grande uomo di sport». I funerali giovedì a Ovada, in provincia di Alessandria.
 
 

Ultimo aggiornamento: 25 Maggio, 13:55
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