Volley, Italia campione del mondo dopo 24 anni: Polonia battuta 1-3. La gioia del ct Fefé De Giorgi. Oggi da Mattarella

Domenica 11 Settembre 2022 di Vanni Zagnoli
Volley, Italia campione del mondo dopo 24 anni: Polonia battuta

Volley, Italia campione del mondo dopo 24 anni: battuta la Polonia 1-3 (22-25, 25-21, 25-18, 25-20). 

Alzala al cielo, Simone, la coppa del mondo è tua.

E poi falla girare fra i compagni di queste 7 imprese. Dalla a Yuri, Alessandro e Daniele, grandi attaccanti, a Simone e a Gianluca, re dei primi tempi e dei muri, e anche a Fabio, libero muscolare e dai tuffi spettacolari. E poi anche a Roberto, entrato al centro da metà secondo set. L’Italia è campione del mondo per la quarta volta, dopo le tre di fila degli anni ’90, l’ultima fu nel ’98, in Giappone, con Fefè De Giorgi alzatore titolare, adesso è in panchina e il capitano è Simone Giannelli, l’evoluzione del palleggiatore, alto e fisico, il migliore del mondo, l’esatto contrario dell’alzatore da 22 anni allenatore, con quel filo di pancetta da italiano medio. 

 

 Finisce 1-3, 25-22, 21-25, 18-25 e 20-25. L’Italia degli 11 debuttanti al mondiale su 14 è campione, sempre alla Spodek arena di Katowice, come un anno fa, si aggiudicò gli Europei, contro la Slovenia, stavolta fa cadere la Polonia sospinta dalla sua cultura del volley, unica, con quei 12mila vocianti. E’ l’Italia dei giovani, Yuri Romanò ha 25 anni e giocherà titolare per la prima volta in serie A fra qualche settimana, a Piacenza, dove vogliono ritornare a vincere lo scudetto dopo 13 anni, con un opposto italiano. Per non farlo preoccupare, il ct mite De Giorgi ha escluso dai convocati Ivan Zaytsev, più personaggio che campione, nelle ultime stagioni. Solo una volta è entrato Pinali a dargli fiato, è il suo compagno di camera, restano grandi amici nonostante dal quarto set di un anno fa, nella finale continentale, gli abbia rubato il posto in azzurro. In banda ci sono gli addominali forti anche di Alessandro Michieletto, 20 anni, figlio di Riccardo, buon giocatore degli anni ’80 e ’90, a Parma, e ora dirigente di Trento, dove hanno vissuto due finali di Champions di fila, vinte dallo Zaksa, Polonia. 


FATICA
Per due set fatica, nel terzo è lui a riprendersi in tempo e a trovare le soluzioni offensive che affossano i polacchi. L’altro martello è Daniele Lavia, consacrato sempre da Angelo Lorenzetti, in Trentino, nell’ultima stagione. Ci sarebbe voluto lui, come schiacciatore di posto 4, nel 2018, a Torino, nel mondiale che doveva essere italiano e che in Lanza e Maruotti aveva questo tallone d’Achille. E poi al centro ci sono Simone Anzani, maestro nell’opposizione alle diagonali, sopra la rete, è l’unico 30enne della compagnia, di certo punta alla sua seconda olimpiade, a Parigi.

A Rio Blengini gli preferì Buti, Piano e Birarelli, a Tokyo era nella squadra uscita al tiebreak dei quarti, con l’Argentina, è fra i 6 sopravvissuti di quella spedizione di un ciclo che va in esaurimento. Accanto ha inizialmente Gianluca Galassi, in nazionale giusto da un anno e mezzo e sempre più continuo, fra primi tempi e muri, sarà premiato comunque fra i due migliori centrali.

Non è in serata, entra Roberto Russo, palermitano, a piazzare muri importanti e anche un tocco fortunoso, nel quarto parziale, quello del tripudio. E poi c’è Fabio, Balaso, il libero di 27 anni, a lungo all’ombra di Colaci e Rossini e adesso sempre più determinante, fra salvataggi e ricezioni, naturalmente miglior libero del mondiale.

De Giorgi vince con loro, in certe partite effettua persino meno cambi dei 5 previsti dal covid nel calcio. «Quando la squadra gira, non ha senso cambiare per far riposare. Lo levo solo quando i dati evidenziano un calo». De Giorgi è campione d’Europa e campione del mondo con il dialogo, la serenità, con il mentalista Giuliano Bergamaschi sempre vicino al gruppo. Con questi due ori diventa forse il migliore al mondo, fra i trofei alzati da regista e quelli da allenatore.

Era già designato per il dopo Blengini, fu esonerato da Civitanova per avere perso l’andata dei quarti di Champions, contro Zaksa, Polonia, che poi si aggiudicò il trofeo. Nella partita a scacchi batte Nikola Grbic, impedendo alla Polonia il terno iridato in sequenza, riuscito solo al Brasile e all’Italia. L’Italia ha pagato il fattore campo giusto nel primo set, subendo l’1-8, per il resto ha avuto nervi d’acciaio. Superiorità a tratti in attacco, a muro, buona ricezione e difese. Oggi sarà ricevuta in Quirinale dal presidente Mattarella, sarebbero andati anche in caso di argento. Ma l’oro riporta all’età dell’oro azzurra. Con il ct della porta accanto. 

Le formazioni

Polonia: Janusz-Kurek, Semeniuk-Sliwka, Bieniek-Kochanowski, Zatorski.

Italia: Giannelli-Romanò, Michieletto-Lavia, Anzani-Galassi, Balaso.

Ultimo aggiornamento: 13 Settembre, 08:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA