Musetti: «Grazie Jannick, mi prendo pure questa maturità»

Venerdì 23 Luglio 2021 di Gianluca Cordella
Musetti: «Grazie Jannick, mi prendo pure questa maturità»

dal nostro inviato

«La rinuncia di Jannik è stata un po’ inaspettata, mi ero organizzato per giocare a Umago e Kitzbuhel ma quando mi si è aperto il tabellone olimpico non ho avuto dubbi». E così Lorenzo Musetti saltò dalla maturità al Giappone. Dove eredita da Sinner anche il ruolo di talento emergente in vetrina nel main draw olimpico.
Ne ha parlato con Sinner?
«No, non ci siamo sentiti. Sia chiaro: ognuno è libero di fare le scelte che ritiene più opportune. Io però non avrei rinunciato…».
Più emozionanti gli esami o le Olimpiadi?
«Una bella lotta. Speriamo solo che il torneo di Tokyo possa andare bene com’è andata la maturità».
Tra l’altro mentre lei oscillava tra scuola e Giochi per il tennis italiano è successo qualcosa…
«La finale di Berrettini a Wimbledon è stata una cosa clamorosa. Se avesse centrato anche il titolo, nel giorno della vittoria degli Europei di calcio, sarebbe stata una congiuntura irripetibile per lo sport italiano. E comunque, già così, è stata una boccata d’ossigeno per il Paese dopo tutto quello che abbiamo passato negli ultimi mesi».
Guardando Matteo pensava “magari un giorno ci riesco anche io”?
«La speranza è quella, anche senza l’Italia che vince gli Europei nello stesso giorno. Il risultato di Matteo mi ha fatto molto piacere anche perché ha dimostrato come anche il tennis possa riuscire a ritagliarsi uno spazio di visibilità importante».
Il suo Slam però non è Wimbledon… Tutto è cominciato in Australia.
«Il successo da juniores dice questo, però a me piace guardare di più al Roland Garros di quest’anno, tra i big (dove si è spinto fino ai quarti prima di arrendersi al numero uno del mondo Djokovic, ndc)».
Una golden age così, con tanti tennisti che vincono e che in prospettiva possono farlo ancora di più, l’Italia forse non l’ha mai vissuta…
«E’ un periodo magico, che ha sorpreso un po’ tutti. Dobbiamo cavalcare quest’onda».
Il luogo comune recita: Sinner ricorda Djokovic, Musetti è simile a Federer. E’ così?
«L’accostamento è lusinghiero ma è parecchio visionario. Io lo spererei, sia per Jannik che per me, ma non voglio scomodare un mito come Federer per questi paragoni».
Per il futuro del tennis italiano Musetti-Sinner può diventare un derby/duello alla Sampras-Agassi?
«Credo di sì, ma sono anche un po’ i media che ce la impongono una cosa così. In ogni caso se se ne parlerà così tanto vorrà dire che avremo fatto due signore carriere. Per cui va benissimo». 
Cosa rappresentano i Giochi per un atleta giovane come lei?
«Io li ho fatti da juniores ed era stato bellissimo. Farli anche “da grande” è una cosa che mi riempie di soddisfazione».
Com’è la vita al Villaggio Olimpico?
«Lo viviamo poco, metà giornata siamo al campo per gli allenamenti. Però in camera – io, Fabio e Lorenzo (Fognini e Sonego) – stiamo bene, ci conosciamo benissimo».
Il tabellone le ha assegnato Millman, non uno facilissimo sul cemento.
«Solido, esperto, non un primo turno semplice. Ma la prendo con filosofia: potevo pescare meglio e potevo pescare peggio. Prendo quello che mi dà il tabellone».
In doppio con Sonego sfiderà subito il suo amico Andujar (con Carballes).
«Ci conosciamo bene, siamo amici anche fuori dal campo. Giochiamo insieme a squadre al Park di Genova per la Serie A. Non è mai bello giocare contro gli amici, secondo me, specie alle Olimpiadi, poi».
In ogni caso il rivale peggiore sarà il caldo?
«C’è un’umidità pazzesca che non ti fa respirare e ti butta giù fisicamente. Bisognerà cercare di rimanere idratati e pregare che magari dia un minimo di tregua».
L’obiettivo è solo crescere ancora?
«Quello sì, poi ovvio che sogno la medaglia».
E’ già entrato nella fase “quanto mi manca questa cosa dell’Italia”?
«A essere sincero ci sono un po’ di cose che vorrei qui con me. Forse la prima è il caffè. Senza espresso la mattina è complicata».
Che idea si è fatto di tutto il dibattito Olimpiadi sì, Olimpiadi no?
«Credo che alla fine sia giusto farle.

Per migliaia di atleti è un appuntamento imprescindibile. Il tennis forse non è ancora così sentito come disciplina olimpica, ma ci sono altri sport che vivono grazie ai Giochi. Mi sembrano organizzate molto bene, anche per le norme di sicurezza. Quindi direi che il Cio sta facendo bene ad andare avanti».

Ultimo aggiornamento: 08:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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