Steven Bradbury, pattinatore medaglia d'oro nello short track alle Olimpiadi di Salt Lake City 2002 (in una gara passata alla storia per il finale rocambolesco e divenuta poi celeberrima per il commento della Gialappa's Band), si è reso protagonista di una storia fortunatamente a lieto fine e che l'ha visto indossare i panni dell'eroe: l'australiano ha infatti salvato la vita a quattro ragazze che rischiavano di affogare in mare. L'episodio è avvenuto nelle spiagge di Caloundra, a Brisbane, dove si trovava a surfare con il figlio Flynn: «Ho notato che le ragazze non erano più dove si trovavano prima - ha raccontato -. Era una di quelle situazioni in cui c’ero solo io e l’istinto ha preso il sopravvento».
Quella di Bradbury è una vera e propria vita da film: quattro Olimpiadi disputate in carriera, nel 1994 fu vittima di un gravissimo infortunio quando in una prova dei 1500m individuali di Coppa del Mondo dopo uno scontro con il pattinatore canadese Fredric Blackburn recise l'arteria femorale con da una delle lame dell'avversario: perse 4 litri di sangue rischiando di morire ma salvandosi invece miracolosamente, con 111 punti di sutura e 18 mesi di riabilitazione. La sfortuna si accanì di nuovo su di lui 6 anni dopo quando, durante un allenamento, si fratturò il collo e passando sei settimane con un collare ortopedico. L'australiano non si diede per vinto è continuò fino ai Giochi del 2002 quando il destino saldò il conto facendogli conquistare una delle medaglie d'oro più incredibile della storia dei Giochi, grazie alle cadute di tutti i suoi avversari in finale.