Simona Quadarella: «La lezione di Tokyo per l'oro di Parigi»

Sabato 2 Ottobre 2021 di Gianluca Cordella
Simona Quadarella: «La lezione di Tokyo per l'oro di Parigi»

Malattia, maledetta malattia. Flashback per i più distratti: Simona Quadarella era tra i papabili alfieri d’oro della spedizione olimpica azzurra.

Poi una gastroenterite ne aveva compromesso la condizione a poche ore dal volo per Tokyo. 


Simona, a distanza di due mesi, quel bronzo negli 800 le fa spuntare il sorriso o scatena il rimpianto? 
«La medaglia resta una grandissima soddisfazione e se mi guardo indietro è sicuramente un ricordo positivo. Certo, se penso a quello che ho passato prima dei Giochi... Lì per lì ci sono rimasta male, ma la sconfitta nei 1500 sono sicura che mi servirà in futuro. Fortunatamente finora mi era andata sempre bene, questa è stata la prima volta che ho sbattuto contro una vera e propria delusione. Sicuramente imparerò da questa storia».


È troppo severa con se stessa. In fin dei conti non ha sbagliato una gara, era debilitata dalla gastroenterite...
«Sì, questo è vero. Ma forse ho sbagliato prima, dovevo stare più attenta prima della partenza a non prendere il virus… Pazienza. È andata così, sono imprevisti che un atleta deve mettere in conto. Peccato sia successo nel momento più sbagliato».


Risultati a parte, cosa le è rimasto dentro di Tokyo?
«Un’esperienza emozionante come solo la prima Olimpiade sa essere e al tempo stesso strana proprio per l’altalena di stati d’animo che ho vissuto. Dalla delusione alla gioia. I 1500 non sono andati come pensavo, ho avuto un solo giorno per reagire, per non piangere più e concentrarmi sugli 800. E poi la felicità per aver centrato il podio. Ricordi da pelle d’oca».

 
Una medaglia che le ha permesso anche di andare al Quirinale e di incontrare il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
«Un’altra giornata emozionante che ricorderò a lungo. Avevo sempre visto la cerimonia del Tricolore in tv ma non avevo mai avuto l’occasione di partecipare. Quando il presidente mi ha premiato, mi ha fatto i complimenti e mi ha detto “un successo da aggiungere a tutti gli altri”. Mi ha fatto piacere, è stato molto affettuoso».


E poi in giro nel centro di Roma con gli autobus scoperti come gli azzurri del calcio campioni d’Europa. 
«Forse una piccola rivoluzione... Per noi che l’abbiamo vissuta è stata una cosa bella».


A proposito di rivoluzioni: la Fin - con la serata “Meravigliosi” - ha deciso di festeggiare i campioni olimpici e paralimpici tutti insieme.
«Un messaggio molto importante da parte della federazione. Finalmente eravamo tutti insieme a celebrare il nuoto azzurro. E loro la festa se la meritavano davvero tutta visto che in quanto a medaglie ne hanno portate a casa molte più di noi...». 


Intanto la nuova stagione bussa già alla porta...
«Quest’anno è strapieno di eventi. Abbiamo subito, tra novembre e dicembre, Europei e Mondiali in vasca corta, che saranno più che altro tappe di passaggio, soprattutto i primi. Poi in estate c’è la vasca lunga, con i Mondiali e gli Europei a Roma, che saranno emozionanti da morire».


Gareggerà in casa: più pressione o più carica?
«Più divertimento. Avere il tifo di amici e parenti sarà bellissimo, a prescindere dai risultati».


Tanto per restare a casa: com’è cambiata Simona Quadarella dalle prime apparizioni al Settecolli?
«Moltissimo. Sono cresciuta, ho più consapevolezza, sono più matura e ancora dovrò maturare visto che ho solo 22 anni».


Tanti ori già nel cassetto e quale sogno?
«Adesso dico l’oro a Parigi. Voglio fare meglio di Tokyo, spero tra tre anni di essere al top della forma».


Se potesse incontrare ora la Simona che iniziava a nuotare e tifava per Alessia Filippi a Roma 2009 cosa le direbbe?
«Le direi di affrontare tutto con meno stress, di vivere il più serenamente possibile. Io ci provo sempre ma non sempre ci riesco e quando mi sono fatta sopraffare in passato ho sbagliato alla grande. Poi abbiamo visto a Tokyo con i casi Biles e Osaka cosa può succedere».


È stato difficile tornare ad allenarsi?
«Dopo Tokyo sono stata in vacanza quasi un mese. Forse è stato anche troppo, normalmente non faccio vacanze così lunghe. Ma mi sono servite per staccare completamente e ricaricare le pile. Certo, poi tornare a lavorare è stato un bel po’ difficile».

 
Sui social l’abbiamo vista immersa nella natura selvaggia di Madeira.
«Sì, una settimana sull’isola e poi tutta la costa meridionale del Portogallo. E ovviamente Lisbona. Mi è piaciuto tutto moltissimo, mi piacerebbe tornarci per vedere le altre zone del Paese».


Ha resistito al Pastel de nata (il dolcetto alla crema tipico della zona, ndr)?
«Nooo! Ho quasi fatto indigestione... Buonissimi».


In tutto questo il tatuaggio olimpico l’ha fatto?
«Ancora no, ma io non sono una che stravede per i tatuaggi. Ne ho due piccolini. Un “23” in coreano, il giorno di luglio 2019 in cui ho vinto i Mondiali di Gwangju. E un piccolo aeroplanino fatto a 18 anni con le mie amiche che con lo sport non c’entra nulla».

 
Aspetterà Parigi per farlo celebrativo dell’oro?
«No, no, lo farò prima. Ma lo voglio studiare bene perché penso sempre “metti che poi non mi piace?”».
 

Ultimo aggiornamento: 08:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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