Schwazer, l'allenatore: «Periti discussi e prove false, risarcirlo sarà impossibile»

Venerdì 19 Febbraio 2021
Schwazer, l'allenatore: «Periti discussi e prove false, risarcirlo sarà impossibile»

«Stamattina Schwazer si è allenato come fa per sei giorni a settimana. Certo dovendo lavorare (fa il personal trainer di alcuni atleti amatoriali, ndr) riesce a fare una sola sessione ma Alex è fortissimo» racconta Sandro Donati, che più che l'allenatore potremmo definire il papà sportivo del marciatore nato a Vipiteno nel 1984 e assolto ieri dall'accusa di doping del 2016.


Obiettivo Olimpiadi di Tokyo?
«Avrà 37 anni ma dico una cosa: da avversario non vorrei affrontare Alex.

Si sta allenando ancora ed è molto forte nonostante l'età che nel frattempo è avanzata. Sarebbe pronto per marciare ai Giochi di Tokyo ed essere molto competitivo. Io ho continuato a tenerlo a un livello moderato, era una marcia nel buio e senza una prospettiva concreta ma abbiamo tenuto viva la fiammella, grazie anche al suo carattere molto forte e resistente e alla serenità con cui ha affrontato questa ingiustizia».

 


Che allenamento avete fatto?
«Per oggi (ieri, ndr) era previsto quello che noi chiamiamo potenza aerobica e che consiste in 3 km di riscaldamento poi 5 km ad un ritmo medio, una breve pausa poi 3 km veloci e l'ultimo km a tutta».


Ci racconta cosa vi siete detti appena appresa la notizia?
«Entrambi eravamo molto emozionati. Mi ha ringraziato. Lui non aveva avuto il coraggio neanche di leggere il decreto, per paura di aver riposto delle speranze sbagliate o di trovarsi di fronte a delle sorprese. Mi ha fatto molta tenerezza».


E invece lei che sensazione ha provato?
«Quella di tornare a respirare l'aria. L'aria che respirano le persone normali. Io e Alex siamo stati a lungo schiacciati. Ci siamo sentiti come quella donna che dopo essere stata stuprata viene stuprata ancora con le occhiate, i mezzi sorrisi, le frasi ambigue. Una sensazione orribile».


Quale sarebbe il giusto risarcimento?
«Alex è irrisarcibile. Ci rendiamo conto dei danni che sono stati fatti a questo ragazzo? Ha perso borse di studio del Coni, della Federazione. E poi i premi che ha dovuto restituire. Penso a Roma nel 2016 dove aveva dominato la 50 km di marcia ai mondiali, stracciando l'australiano Tallent che lo accusò anche. O a tutte quelle medaglie che avrebbe vinto. Impossibile risarcirlo».


Il dispositivo del Tribunale di Bolzano, a pagina 76, punta il dito contro Wada e Iaffa.
«Nessuno può e deve meravigliarsi. Se penso a tutte le false prove o a quello a cui abbiamo dovuto assistere. Faccio solo un esempio: Avevano nominato un perito che era finito sotto accusa per false perizie...».


I prossimi passi?
«Ma i prossimi passi sono un peso che dobbiamo accollarci solo io e Schwazer o lo sport deve aiutarci? Io penso che Alex debba ricevere qualcosa indietro. Lo hanno definito un patrimonio dello sport italiano, bene: lo dimostrino».
Ora c'è una battaglia sportiva da combattere?


«Devono cancellare quella orribile e ingiusta squalifica. Gli hanno scippato Rio 2016. Bisogna agire in fretta».
Chi si sente di ringraziare?
«Al di là di avvocato, giudice e chi ha condotto le indagini voglio dire grazie al presidente del Coni Giovanni Malagò e al segretario generale (Carlo Mornati, ndr). Ci sono sempre stati vicini anche ricevendo delle critiche».


Con quale fiducia tornate nel mondo dello sport?
«Questo è un secondo agguato, dopo quel del 1998, che ho subìto. Il futuro di sicuro non sarà più quello di prima».

E. B.
 

Ultimo aggiornamento: 09:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA