Di Francisca: «La vita da mamma? Vincere è diventato più bello»

Domenica 30 Dicembre 2018 di Gianluca Cordella
Di Francisca: «La vita da mamma? Vincere è diventato più bello»
L’avevamo lasciata sul podio del fioretto di Rio 2016, una medaglia d’argento al collo e una bandiera dell’Europa che ebbe echi politici anche dall’altra parte dell’Oceano. Abbiamo risentito il suo urlo quest’anno a fine novembre, quando è tornata alle gare internazionali vincendo subito la tappa di coppa del mondo di Algeri. Nel mezzo è esplosa una piccola bomba di nome Ettore, il primogenito che ha stravolto la vita di Elisa Di Francisca. «In questi due anni c’è stata una trasformazione enorme. Sono maturata molto, sono cresciuta, il tempo è diventato molto più importante e diciamo che in generale mi annoio meno».
Questo nella vita di tutti i giorni. E in pedana?
«Sono più determinata. Non combatto solo per me, ma anche per mio figlio».
Che ad Algeri era con lei. Com’è stato il rientro in gara?
«Non pensavo di poter vincere subito. Avevo mille dubbi e preoccupazioni. Non sapevo se portare Ettore con me o no. Non sapevo se mi ero allenata abbastanza».
Però ha vinto...
«Hanno vinto la tecnica e la testa. L’esperienza ha pesato molto ma anche la voglia di tornare a gareggiare è stata una grande molla. Fisicamente sono ancora al 70%, devo recuperare massa muscolare. A gennaio riparte la coppa del mondo in Polonia e vediamo a che punto siamo».
Nei mesi trascorsi senza fioretto, da “semplice” mamma è diventata “Mammatleta”.
«Dopo il parto, ho deciso di creare un blog. Avevo bisogno di confrontarmi con le altre mamme, di parlare dei problemi, delle paure, di avere qualche consiglio e magari darne qualcuno io. Anche perché nel frattempo avevo deciso di ricominciare a fare sport. Così è nata l’idea di Mammatleta.it».
Che dal virtuale del web si è poi materializzato, con l’incontro della community a Roma nei giorni scorsi.
«All’inizio avevamo parlato con la mia agenzia di questa possibilità, ma io francamente ero ancora poco social. Poi questo sviluppo si è concretizzato. Ed è stato bello: guardarsi negli occhi e annullare i gradi di separazione della Rete è importante».
Mammatleta risponde anche a delle carenze sociali?
«Direi di sì. Ci sono tante mamme che hanno bisogno di parlare tra loro. Io lo vedo ogni giorno, sia tra le mie amiche che tra le persone che mi scrivono. Donne che cercano il confronto, specie dopo la nascita di un figlio che è una cosa che spiazza, nessuno ha il libretto delle istruzioni».
Una community, un figlio, uno sport. Come concilia tutto?
«Finora tutto è filato liscio, tra il nido e l’aiuto del mio compagno sono riuscita a gestire tutto».
Della sua grinta in pedana, cosa porta a casa?
«Poco. Da mamma sono dolcissima, anche se mi impongo di essere più rigida per educare Ettore. So che la leonessa da scherma e la mamma chioccia dovrebbero andare di pari passo».
La cosa da mamma che le riesce meglio?
«Mi piace un sacco farlo ridere. Ed è anche il motivo per cui non riesco ad arrabbiarmi».
È sempre convinta di smettere dopo Tokyo 2020?
«Sì, decisione irrevocabile».
E a Tania Cagnotto e Francesca Dallapè, altre neomamme che inseguono le Olimpiadi, cosa direbbe?
«Di mettercela tutta, ma sempre divertendosi. Riabbracciare lo sport dopo la maternità è bellissimo perché non sei più la stessa atleta che ha lasciato le gare».
In tema di consigli, ad Arianna Errigo e al sogno di volare a Tokyo con due armi che consiglia?
«Di trovare pace, abbandonare l’idea della sciabola e concentrarsi sul fioretto».
Anche perché nelle vostra arma la concorrenza aumenta...
«Ci sono molte giovani che stanno venendo fuori in coppa del mondo. C’è un buon ricambio che va coltivato».
E se Ettore vorrà seguire le orme della mamma?
«Glielo farò fare. Ma di sicuro non sarò io a proporglielo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA