Benetton Rugby Treviso, le leggende del club in passerella: «Sono l'orgoglio biancoverde»

Domenica 22 Gennaio 2023 di Francesco Maria Cernetti
Benetton Rugby, le vecchie glorie in passerella

TREVISO - Dai 336 caps di Guido Rossi ai 101 di Esposito, Gori e Botes. Record man e ultimi ex della lista del nobile Club dei 100. A Monigo ieri, 21 gennaio, si è respirata la storia del Benetton Rugby. Raccontata attraverso i volti di ex giocatori, leggende che hanno indossato la gloriosa maglia biancoverde, simbolo della palla ovale in Italia e non solo. O, per usare le parole del presidente Amerino Zatta: «I giovani di oggi e quelli di una volta». Chi oltre i 300 caps, chi appena sopra i 100, ma in comune l'amore e il sacrificio nei confronti di questi colori. Prima di tutto, la convivialità del pranzo tutti insieme sotto la tribuna ovest, poi un turbine di emozioni, dal primo nome all'ultimo. Prima di tutto, la consegna del cap dei 100 a Tiziano Pasquali, Marco Lazzaroni e Fabio Ongaro, attesi poco dopo dalla sfida contro lo Stade Francais con i Leoni che hanno reso una giornata speciale semplicemente indimenticabile. Poi, la passerella di chi ha contribuito a rendere grande questa società, con il presidente Zatta ad accogliere le leggende una per una sul palco adibito per l'occasione. Tra i tanti applausi, due in particolare hanno commosso atleti, familiari e società stessa, con tutti i presenti alzatisi rispettosamente in piedi per rendere merito a due grandi persone ancora prima che giocatori di rugby: Ivan Francescato e Raffaele Dolfato, indimenticati protagonisti con i colori del Benetton. A raccogliere il cap di Ivan, i fratelli Rino e Nello, mentre per Dolfato è stata la moglie a ricevere il calore del pubblico. Tra i premiati non poteva poi mancare Giovanni Ciccio Grespan, un'icona della palla ovale a Treviso con ben 306 presenze in biancoverde, proprio nel giorno del suo compleanno: «L'emozione è tanta, rivedere tanti giocatori che sono passati per la nostra società dalle giovanili non è cosa da tutti i giorni», le parole di Grespan. «E' bello vedere come anche alcuni degli stranieri siano riusciti a tornare a Treviso per questo evento dopo tutto questo tempo.

Abbiamo lavorato molto per rendere questa giornata possibile, e dobbiamo ringraziare sia tutti i compagni e gli avversari che abbiamo affrontato in questi anni, così come tutte le donne che hanno fatto parte della nostra vita sostenendoci e sopportandoci in questa nostra passione».

Le stelle tornano in "campo"

Tra gli stranieri non poteva assolutamente mancare Brendan Williams, 250 partite tonde con la società trevigiana, che ha dedicato enorme parte della sua carriera al Benetton Rugby: «Treviso per me è casa, non potevo assolutamente mancare oggi. Qua mi sono trovato bene dal primo giorno, la società, i compagni, la città. Tutto ha reso il mio periodo in questo luogo speciale, e devo ringraziare il Benetton per avermi dato questa bella opportunità». Ma non solo passato, perché ci sono anche giocatori che nonostante l'addio al biancoverde stanno proseguendo la loro carriera altrove, come Edoardo Gori ed Alberto Sgarbi, giusto per citarne due passati di recente con la maglia del Benetton. «E' stata una giornata densa di emozioni, che penso tutti noi porteremo sempre nel cuore. Un evento che non era mai stato fatto e che per noi significa davvero molto», le parole di Sgarbi, che dal 2006 fino all'estate del 2021 ha difeso i colori di Treviso e contribuito alla crescita della società figurando in 249 match. «Da bambino ho sempre seguito questa squadra, poi ho avuto la fortuna di giocare con alcune di queste leggende, ed aver giocato tutte queste partite mi rende orgoglioso. Così come sono orgoglioso di potermi sedere al tavolo con altre, ma tutti coloro che hanno indossato questa maglia anche una sola volta hanno contribuito alla crescita di questo club».

Il coach

Club che ha avuto la capacità di creare un legame stretto con un enorme numero di atleti, tra cui anche Umberto Casellato, attuale allenatore del Colorno con trascorsi da giocatore e da coach nel Benetton: «Tutti insieme non ci eravamo mai trovati, vedere giocatori di periodi diversi tutti nella stessa stanza è stato emozionante, anche se ormai siamo diventati vecchi (ride, ndr), ma è stata un'occasione per sentirci un po' più giovani e scambiare qualche battuta. Se il rugby ci ha insegnato qualcosa è proprio questo, lo spirito di stare insieme e condividere tutto, dalle cose belle a quelle brutte». E a breve anche un altro atleta entrerà a far parte dell'esclusivo club dei 100 caps con la maglia dei Leoni: Federico Ruzza, che nella vittoria contro lo Stade Francais di Challenge Cup ha disputato la partita numero 99, ad un passo dal numero magico.

 

Ultimo aggiornamento: 11:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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