Roberta Agosti, il dolore del compagno insieme a lei in bici: «È morta davanti ai miei occhi»

Domenica 5 Luglio 2020 di Claudia Guasco
Roberta Agosti, il dolore del compagno insieme a lei in bici: «È morta davanti ai miei occhi»

MILANO Truccata da gatto mentre legge favole ai bambini, in verticale durante una sessione di yoga, i due figli, i cani. Roberta Agosti ha un sorriso contagioso nelle foto che posta e molte la ritraggono in sella alla sua bici da corsa. Il ciclismo era la sua passione e le ha fatto incontrare l'amore, quello per Marco Velo, ex professionista compagno di Marco Pantani e braccio destro del ct azzurro Davide Cassani. Ieri mattina per Roberta Agosti, cinquant'anni, la sgambata nel bresciano è stata l'ultima: travolta da un camion-cisterna per il trasporto del latte, in un incidente simile a quello occorso lo scorso 19 giugno ad Alex Zanardi, è morta sul colpo.

Roberta Agosti morta travolta da un camion: la ciclista si stava allenando nel Bresciano

LA SBANDATA
Con Roberta, nel gruppo di ciclisti che pedalava a Castel Venzago, c'era il compagno Marco Velo. Lo schianto è avvenuto tra il Santuario della Madonna della Scoperta e Lonato. «Eravamo in mezzo alla campagna, dove il traffico in pratica non c'è - racconta Velo, distrutto dal dolore - Avevamo proprio scelto la campagna per pedalare in sicurezza e in tutta tranquillità, eravamo un gruppetto di amici che procedeva pian pianino, non più di 23 chilometri all'ora. Salivamo su una strada all'1% di pendenza. A un certo punto sono caduti in tre o quattro, Roberta ha sbandato, si è portata verso sinistra ed è stata presa in pieno dal camion-cisterna che stava procedendo in senso contrario alla nostra marcia. Da quel momento è incominciato un incubo».

Figlia dell'imprenditore Antonio Agosti, fondatore del marchio di giocattoli Toys, Roberta era una grande appassionata delle due ruote. «Il ciclismo ci ha fatto conoscere e il ciclismo ci ha separato», è l'amaro commento di Velo. L'ex professionista, che per il Giro d'Italia si occupa proprio della sicurezza dei corridori, è «devastato»: «Stavamo bene assieme, era un anno e mezzo che ci frequentavamo, entrambi venivamo da due storie finite e adesso mi trovo a piangere una donna che amavo e dentro di me ho solo un profondo e incontenibile sentimento di fine». La procura di Brescia ha aperto una indagine per ricostruire l'esatta dinamica dell'incidente e individuare eventuali responsabilità, mentre i social si riempiono dei messaggi di cordoglio di amici e semplici appassionati di ciclismo.
 

 


REGULATOR
«Sono a pezzi, non ho parole», si sfoga Velo con Tuttobiciweb. Classe 1974, Velo è stato professionista per un lunghissimo periodo, tra il 1996 e il 2010 poi ha fatto della sicurezza sulle due ruote una professione. È l'uomo più importante nella gestione della sicurezza del ciclismo agonistico italiano e da dieci anni, in sella alla moto, è «l'ultimo uomo» al Giro d'Italia. Tocca a lui, insieme al direttore di corsa, decidere chi passa e chi si deve fermare nella carovana di mezzi al seguito nei punti più delicati del percorso, dove si piazzano anche i fotografi e le telecamere. Il compito del «regulator», contemplato dalle norme internazionali per contenere al massimo i rischi, era la sua vita e perdere la compagna proprio in una strettoia in sella alla bici appare come un destino crudele.
 

Ultimo aggiornamento: 10:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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