Pellegrini, beffa d'argento nei 200. Doppietta Carraro-Castiglioni nei 100 rana. Scozzoli bronzo

Sabato 7 Dicembre 2019 di Piero Mei
Federica Pellegrini, Martina Carraro con Arianna Castiglioni, Fabio Scozzoli

L’oro pende dal collo della sua compagna di stanza, Martina Carraro, che l’ha vinto nei 100 rana agli Europei di nuoto in vasca corta oggi a Glasgow. Lei, Federica Pellegrini, deve “accontentarsi” dell’argento nei suoi 200 stile libero., sorpresa da una ragazzona inglese che nuotava a distanza di corsie e che ha 13 anni meno di lei, Freya Anderson. La medaglia d’Italia numero 200 di sempre è d’argento ed è di Arianna Castiglioni: è lei che segue la Carraro dell’oro che ha il numero globale 199. E poi viene anche il bronzo, nei 100, di Fabio Scozzoli: ancora nella rana, siamo un popolo di anfibi. E ancora tanti record italiani per uno sport che è in grande spolbero: in Europa stavolta davanti c’è solo la Russia (che rischia il peggio se domani dovessero squalificarla per doping di qui a quattro anni, Parigi 2024 compresa).

ARGENTO CHE CI STA (BENE)
Ci sono tre raggioni almeno, che Federica ci tiene a sottolineare “non sono scuse, perché va benissimo così” (e come darle torto? Nel 2005 fece la gara d’oro nella circostanza, nel 2014 l’ultima sempre d’oro, cinque in tutto, e nel mezzo e dopo tanto oro che neppure re Mida), che spiegano l’argento. Primo: non ha visto la Anderson dal finale furioso, in stile Federica d’una volta: lei nuotava nella 3, l’inglese nella 6. Secondo la Pellegrini non stava bene: “Ho vomitato prima della gara”. Terzo: “Non mi sono preparata con la costanza che metterò da gennaio in poi verso Tokyo 2020”. Questa era una gara di passaggio, insomma. E il tempo di 1:52.88. il suo, non è di quelli da sottolineare. Nemmeno l’1:52.77 della ragazza inglese, del resto, lo è. La posta alta sarà in Giappone: “Altra gara, altre avversarie”.

SENZA FEMKE
Allora mancherà la Femke che ha confidato a Federica: “Questo + il mio ultimo 200”. Sono venute su insieme, per la verità la Pellegrini sempre davanti. Federica aveva confidato all’olandese prima della gara: “Non sto bene, sai”. E Femke: “Non preoccuparti: tu i 200 li hai nel cuore”. “Mi ha fatto coraggio”. In francese, perché intorno non capissero. Il coraggio la Pellegrini l’ha buttato subito in acqua nuotando alla sua nuova maniera: ha preso rapidità l’anno 2018 quando rinunciò ai 200 (e proprio a Glasgow europea finì senza medaglie: era strategia per il futuro) e cerca di utilizzarla subito. Era avanti quando mancava poco, sembrava d’oro. La Anderson è sbucata improvvia e “alla Federica” ed ha vinto lei. “Va benissimo così: un decimo non mi cambia la vita” dice la Pellegrini: si capisce che ora il chiodo fisso è Tokyo, sua Olimpiade numero cinque, un altro record.

SUPERMARTINA
Lo stagno magico si diceva. Martina Carraro, già d’argento nei 50, scopre in oro nei 100, come farà il cavallo di Marc’Aurelio sulla piazza del Campidoglio il giorno che finirà il mondo. Qui il mondo non finisce ma comincia: è il primo oro internazionale di Martina. Il tempo (1:04.51) non è prezioso ma il metallo è preziosissimo. “Ci pensavo da ieri, ci speravo, ce l’ho fatta; la sensazione è wow. Ora farò anche i 200”. Martina sottolinea che si allena con i maschi e questo le fa bene “perché se arrivo avanti io sono fortissima, se lo fanno loro è normale”. Quest’oro è, dice lei, “speciale e anche giusto, perché premia l’impegno, il lavoro, la nuotata fluida e la tranquillità che ho trovato”. Che sia giusto lo dice anche lui. Lui è Capitan Scozzoli, altrettanto ranista, il fidanzato, con lei si allena. Scozzoli oggi ha vinto il bronzo, sempre nei 100. Lei, per ora, vince un oro e un argento contro due bronzi. Nel medagliere lo sovrasta. E si fa sotto anche Arianna Castiglioni che segue in vasca e sul podio la Carraro: Arianna vince l’argento e ci sarebbe un nuovo popolo da scalpellare sul Colosseo Quadrato a Roma: oltre i santi, i navgatori eccetera, gli anfibi.

MIREX DA RE
Tra i semifinalisti promossi alla girandola finale di domani sono da segnalare alcune belle speranze. Per esempio Alessandro Miressi, lungagnone di Torino, 2,02 metri, che ha il primo tempo d’accesso in finale per la supergara, i 100 stile libero. E non è un tempo qualunque: il suo 46.03 + record italiano tolto a Marco Orsi. Quanto a se stesso, Miressi si è migliorato di 8 decimi in un colpo! Ed è record italiano anche per Silvia Scalia nei 50 dorso, ma non le basta per salire sul podio: è quarta per “un caz.. di centesimi” dice, “un filino arrabbiata”. Dài, sarà per la prossima. Il 26.22 di oggi in finale migliorava l’altro record di 26.60 della semifinale. Casa Italia: migliora personali in serie Thomas Ceccon, dal quale sempre s’attende la bracciata decisiva; ha fatto tante gare che quasi ha perso la cognizione del quando è andato meglio. Ed è finalista nei 100 misti. Come sono finaliste due farfalle: Elena Di Liddo ci va con il miglior tempo e dunque spera.

ROUTE 66
Non c’è solo quella dal numero storico negli Stati Uniti, l’highway che congiungeva Chicago a Santa Monica, California.

C’è anche la “strada 66” di Katinka Hosszu: Iron Lady ha vinto il titolo anche nei 200 misti ed è il suo successo numero 66 consecutivo nelle gare su questa distanza dal 2013! Gli statistici impazziscono di felicità.

Ultimo aggiornamento: 21:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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