Ancora una volta si ricomincia dal ping pong.
50 ANNI FA
L’episodio che dette origine alla “diplomazia del ping pong”, riavvicinò per la prima volta dopo l’avvento della rivoluzione maoista i due paesi che erano divisi dall’ideologia, e dalla militanza contrapposta durante la guerra della Corea. Tutto accadde per caso, o almeno così racconta la ricostruzione storica. Durante i mondiali di Nagoya del 1971 uno dei giocatori della nazionale Usa, Glenn Cowan, si era attardato negli allenamenti in una palestra, e aveva perso l’autobus che trasportava i suoi compagni all’arena dove si disputava il torneo. Non gli restò che saltare su quello che trasportava il team cinese, tra l’imbarazzo degli atleti di casa che erano cresciuti gridando a scuola: «Morte agli Yankees!». Nel mezzo del gelo che era caduto, uno dei giocatori cinesi: Zhuang Zedong, si fece avanti, parlò con Cowan tramite un interprete, e gli donò una serigrafia che ritraeva le montagne sacre di Huangshan. Zhuang non poteva saperlo, ma il leader del suo paese Mao Tse-tung era alla disperata ricerca di una occasione simile. Una scintilla che potesse favorire l’apertura del dialogo con gli Stati Uniti, e rintuzzare le pressioni di frontiera che l’Unione sovietica aveva iniziato ad esercitare. La storia dell’incontro tra i due sportivi fu fatta salire alla ribalta della televisione cinese; da lì giunse al palazzo di governo, dove generò l’invito per la squadra statunitense. Il dieci aprile del ’71 la delegazione a stelle e strisce atterrò a Hong Kong, attraversò il ponte che portava alla Cina continentale, e dette avvio ad una svolta di pacificazione che ha portato alla fine del 2001 all’ingresso della tigre asiatica nell’Organizzazione mondiale del commercio.
CLIMA DIVERSO
Il mondiale di Houston di ping pong si svolge in un clima ben diverso. In campo sportivo gli Usa stanno ancora valutando la decisione di boicottare le Olimpiadi di Pechino del 2022, mentre il mondo intero guarda con scetticismo alle rassicurazioni sulla sorte della tennista Peng Shuai, rea di aver denunciato un abuso sessuale subìto dal vice premier Zhang Gaoli. Il presidente Biden ha appena escluso la Cina dal novero dei paesi invitati per una conferenza globale sulla democrazia. Washington e Pechino si guardano in cagnesco da almeno sei anni, mentre competono per la supremazia mondiale. Il piccolo gesto dei tennisti da tavolo sembra quasi una viola spuntata tra le erbacce. «Questo evento ci ispirerà a incoraggiare i sogni, le speranze e le aspirazioni non solo dell’intera comunità del tennis tavolo, ma anche della prossima generazione in tutto il mondo», ha detto Steve Dainton, ceo della Federazione internazionale. Le due coppie hanno già superato il primo turno del torneo, e stasera cercheranno di qualificarsi per i sedicesimi di finale. La speranza si sa, ha radici fragili, ma va cercata e coltivata dovunque riesca a manifestarsi.