Europei Budapest 2021, secondo oro per Paltrinieri che vince anche la 10km

Giovedì 13 Maggio 2021 di Piero Mei
Europei Budapest 2021, secondo oro per Paltrinieri che vince anche la 10km

Paltrinieri, il tocco è d’oro anche questa volta; ancora nel Lupa Lake a Budapest; anche nella gara dei 10 chilometri che è la sola distanza olimpica lasciata per ora al nuoto di fondo; ancora ai campionati europei in corso nella capitale ungherese; anche se l’acqua era un po’ più fredda, tanto che il tedesco smanicato, l’avversario previsto, il tedesco Wellbrock è stato costretto pure lui a indossare la muta; ancora in questa sua nuova dimensione, di campione di tutto com’era, Olimpiadi, mondiali ed europei, e campione di tutte le acque com’è, ora che ha dimostrato, prima di tutti a se stesso, che sa e può vincere l’anima e il cuore stretti in una corsia, di solito la 4, quella del migliore, ma anche quando non c’è limite allo sguardo.

E neppure alla classe, all’ambizione.

“HO VISTO LE STELLINE”

Greg campione due volte (per ora…) racconta la sua seconda meraviglia: “Aveo le braccia e le gambe che mi facevano male, ero stanchissimo; ho fatto i primi due giri che ero ultimo, penultimo terzultimo, nemmeno lo so, nuotavo e basta. Poi ho ripreso a slire. Non volevo fare come nella cinque chilometri, aspettare gli ultimi due o trecento metri; voleo partire da lontano, da più lontano”.
E da lì è partito. Il gruppo dietro incapace di stargli dietro, uno strappo furibondo che ha fatto bere gli affannati inseguitori: Wellbrock sì, ma anche l’olandese Wertmann, campione olimpico in carica, anche l’ungherese Rasosvkzi, anche gli inglesi e i rancesi, il meglio del meglio e del mondo, tutti quelli che saranno nell’acqua calda di Tokyo.
“Sono andato via ed ho nuotato fino in fondo, ho nuotato sempre, non mi sono girato a guardare dov’erano; non ne potevo più, vedevo le stelline negli ultimi metri, ma non sapevo dov’erano, io dovevo solo andare”. E’ andato al tocco d’oro.


NUMERO UNO

Che sia il numero uno l’ha detto ieri e l’ha ribadito oggi. E’ quasi simbolico che il secondo arrivato dopo Paltrinieri, che ha chiuso la sua fatica in 1h51.30, il francese Marc Antoine Olivier, sia arrivato con 11 secondi e 1 decimo di distacco. Un omaggio del cronometro e dell’aritmetica a quel ragazzo di Carpi che già sorrideva, passato oltre la piastra da vincitore. Wellbrock era terzo davanti all’ungherese e gli altri azzurri, Mario Sanzullo e Domenico Acerenza, sesto e nono, i suoi compagni di allenamento nel mondo nuovo di Paltrinieri (e Mario gli sarà compagno anche a Tokyo, qualificato com’è anche lui per i Giochi.

A TOKYO, A TOKYO

“Volevo fare qui un test vero: sapevano che ci sarebbero stati i migliori d’Europa e dunque del mondo, perché tranne un americano i migliori sono qui. Avrei firmato con il sangue per tre medaglie, e già ne ho prese due, e d’oro! Sono contentissimo. Ho investito tanto in questo cambio di vita; tutto mi serve per imparare: anche quel che è successo ieri mi è entrato bene in teta e l’ho usato oggi attaccando prima. Alla fine nuotavo, nuotavo, non sapevo quel che stavo facendo”.

“DEDICATO A ME”

“Una dedica? Beh, magari sembrerà anche brutto, ma le medaglie le dedico a me; credo di meritarmele tutte per tutto quello che ho fatto. E al gruppo: ho visto il video di ieri di Fabrizio Antonelli, allenatore, e di Stefano Rubaudo; siamo un team vero, Francesco, Roberto, tutti, i miei compagni di allenamento; ci alleniamo, stiamo tutto l’anno fuori casa ma non ci pesa: questo mi piace, il vero spirito di squadra”. E’ per questo che promette che darà il massimo anche sabato, una gara a quatro che non per nulla si chiama “Team Event”.

IERI, OGGI E DOMANI

Quanto pesa questa medaglia? “Più di quella di ieri, non fisicamente, ovvio; ma ero venuto qui perché questa è la gara olimpica, qui avrei trovato tutti, qui avrei provato le sensazioni che da qui a Tokyo non proverò più in gara” Quindici chilometri da nuotare, ne restano altri cinque… “E un po’ di più: ma non direi che il duro è alle spalle; c’è la staffetta, poi in piscina sarà molto tosta anche lì. Dieci chilometri mai vinti a questo livello e di nuovo in Ungheria, dove tutto cominciò, Debrecen 2012: “Ero un ragazzino, sedici anni; l’Ungheria mi è nel cuore; le città si assomigliano tutte e qui, con questo verde, mi ha subito ricordato Debrecen. E’ la prima volta che vinco i 10 chilometri a questo livello e me lo ricorderò”.

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I RICORDI

Tutto ricorda Greg: se è qui, se è così, è anche per quello che ha costruito. “Eh sì; penso sempre alle cose che mi sono state insegnate, alle persone che lo hanno fatto; ci penso anche quando nuoto, tutte le cose che ho imparato specie a Ostia, dove sono cresciuto; è grazie a tutto quello che ho fatto e che ni hanno fatto fare se sono qui. Ma non ho rimpianti, e mai li arò; le cose cambiano nella vita, un giorno stai bene, il giorno dopo male, e cambi”. Oggi sta bene, come stava allora nei giorni, tantissimi, buoni.

Ultimo aggiornamento: 18:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA