«E non finisce qui», per dirla come la diceva Corrado, la voce della radio prima e della televisione poi.
IL TESTIMONE
Questa numerosa compagnia ora s’avvia a prendere il ruolo che nel glorioso mese sportivo appena passato è stato di Roberto Mancini e della sua band con la storica aggiunta del solista Matteo Berrettini, l’altro della superdomenica di Londra. Matteo sarà, a differenza dei calciatori, anche di questa compagnia olimpica, da solo e in doppio con Fabio Fognini, e sanno di medaglia in uno sport, il tennis, che sul petto ha solo un bronzo (Uberto De Morpurgo, nel 1924) ma da lì al 1988, scavalcando perciò Pietrangeli e Panatta, fu tolto dal palinsesto dei Giochi. L’Italia ha una magnifica tradizione olimpica: nel medagliere estivo di sempre è al sesto posto quando si tiene conto degli ori (207); davanti i giganti, Stati Uniti, Unione Sovietica, Gran Bretagna (con Scozia, Galles e Irlanda del Nord, più vari “cani sciolti” in tempi lontani), Cina e Francia, che è lì, appena quattro ori davanti con i suoi 211. Riusciranno i nostri eroi? Beh, ne abbiamo tanti, di quelli che non sarebbero la magnifica sorpresa che sono stati quelli di Mancini (all’inizio ci credeva solo lui, poi hanno cominciato a crederci i giocatori e via via tutti). Abbiamo Federica Pellegrini alla sua quinta Olimpiade e giù il suo straordinario sta qui, non chiedetele pure la medaglia (ma…), Gregorio Paltrinieri che oltre al resto dovrà battere pure la mononucleosi, la “malattia del bacio” secondo la versione popolare, Simona Quadarella, Ledecky permettendo (e dài, Katie…), e altri nomi buoni da podio restando a mollo, Detti, Martinenghi, Burdisso, Panziera, Pilato, Bruni tra gli indiziati del nuoto, il Settebello e la pallavolo che con cinque team punta a battere il suo sortilegio negativo, i ciclisti guidati da Top Ganna con il turbo, gli schermidori che ci hanno abituato al podio (tutte le squadre qualificate: sono sei, e tutte con tipi alla Garozzo e Alice Volpi, coppia di pedana e di vita, o altre, stoccate al veleno, e c’è pure Aldo Montano, classe 1978, ma soprattutto classe), i tiratori che centrano il bersaglio con disarmante continuità, l’atletica al risveglio (forza Gimbo, e lo sprint di Jacobs), il canottaggio annunciato in gran spolvero, la boxe solo al femminile visto che ieri il povero Salvatore Cavallaro non è stato ripescato come sperava dalla Task Force che fa le veci dell’Aiba sospesa, e chissà quanti altri nomi che verranno buoni, di quegli sport così belli e così trascurati che ce ne accorgiamo ogni quattro anni (e stavolta dopo cinque), oppure così nuovi messi in palinsesto ad attirare i giovani che guardano gli highlights e scelgono “il meglio di”, il surf, lo skate, l’arrampicata.