Nuoto, Pellegrini: noi avremo sempre Fede

Federica vince i suoi ultimi 200 agli Assoluti in vasca corta a Riccione e conferma il ritiro: «Lo posso dire? Non mi va più»

Mercoledì 1 Dicembre 2021 di Gianluca Cordella, inviato a Riccione
Nuoto, Pellegrini: noi avremo sempre Fede

RICCIONE Tocca per prima Federica Pellegrini.

Poi si arrampica sul galleggiante della corsia e respira l’ovazione del pubblico fatto di amici e colleghi. Fa il gesto dell’inchino e porta le mani agli occhi lucidi. Come possono essere diverse due “ultime volte”. A Tokyo avevamo visto una Pellegrini serena, rilassata, con il sorriso che faceva da sfondo alle mani che si cingevano a cuore.

Ieri, a Riccione, il cuore è arrivato comunque ma questa volta c’erano le lacrime a dargli tutto un altro significato. Pellegrini, ultimo atto. Questa volta davvero. La Divina dice basta. Non ci saranno i Mondiali di Abu Dhabi fra due settimane e non ci saranno nemmeno oggi i 50 e i 100 a cui inizialmente era iscritta. I suoi ultimi 200, con la cuffia del suo Circolo Aniene, nella “sua” Riccione, la città dove l’8 marzo 2009 fece uno dei suoi 11 record del mondo, si sono conclusi con l’ennesimo oro: il 130° agli Assoluti, cui si sommano Mondiali, Europei, Olimpiadi. Sul podio, dall’alto, Federica ha sbirciato verso il basso in tutte le più importanti competizioni internazionali. Lascia da primatista del mondo sulla distanza e da campionessa mondiale in carica. Era tutte queste cose già ai Giochi giapponesi, ma questa volta è diverso.

«Sono arrivata al limite, sull’orlo di una crisi di nervi. Alla presentazione ho faticato a trattenere le lacrime», racconta. È diverso perché ci sono le sue famiglie: quella vera («Finalmente sono riuscita a fare una gara davanti a mia madre e mio padre»), quella del nuoto, con tutti i suoi colleghi che si sono fermati a renderle omaggio, e quella che ti scegli, gli amici, da Alberto Tomba a Mara Maionchi, da Daniele Lupo a Carlo Molfetta. E poi c’è la famiglia futura, quella che costruirà con il suo allenatore Matteo Giunta, anche lui con le lacrime agli occhi. «Davvero ha pianto? Avevo notato che aveva gli occhi gonfi. Non è facile vederlo con le lacrime ma lo capisco: è un cambiamento radicale anche per lui». Che ieri, spinto dal coro di rito dei presenti, si è sciolto anche nel primo bacio pubblico: tutti gli altri, quelli prima e quelli dopo, erano e saranno affare dei paparazzi. 


LACRIME E RISATE
Lacrime sacrosante, il tasso emozionale è da record del mondo. Ma è una festa e allora che festa sia. Fede l’aveva pensata così già per le ISL ad Eindhoven, ma le restrizioni drastiche in Olanda per la nuova ondata di Covid hanno fatto saltare tutto. E allora via all’organizzazione lampo. Voleva le sue amiche avversarie ed eccole: Femke Heemskerk, Sarah Sjoestroem, Camelia Potec (la romena che la beffò ad Atene 2004), Sara Isakovic, Evelyn Verraszto e Alice Mizzau. La corsia 1 viene lasciata vuota in ricordo della campionessa francese Camille Muffat, morta nel 2015 in un incidente di elicottero. Federica appoggia la sua cuffia sul blocco: l’altro momento più commovente della giornata. Poi si sfidano sui 50, l’esibizione finale. O meglio: si dovrebbero sfidare. Alla prima virata tutte convergono in corsia 4 e scortano la Divina al traguardo. Giusto così: chi mai avrebbe osato batterla nelle sue ultime bracciate? 


IL TUFFO
Ma lo show è lontano dal finire. Prima della gara, il presidente del Coni Giovanni Malagò, parla della Pellegrini come «dell’italiana più popolare del millennio». Talmente iconica da poter chiedere al numero uno dello sport italiano un tuffo in piscina, vestito. Prontamente eseguito in bello stile da Malagò. «Me l’aveva promesso», svela Federica. Che rivela anche un altro dettaglio del turbinio di idee ed emozioni degli ultimi mesi. «La mia gara del cuore resterà sempre quella dei Mondiali di Roma - racconta - Per questo gli Europei del prossimo anno al Foro Italico sono stati una tentazione forte. Ma la verità è che il mio corpo non viaggia più di pari passo con la testa e io non voglio essere una comparsa, lo devo a me stessa. Dopo 33 anni non ho più voglia di allenarmi. Lo posso dire?».

Il tempo dei nuovi “progetti” è arrivato. «Con Matteo siamo indietrissimo sui preparativi per il matrimonio. Una data? No, anzi siamo talmente in alto mare che è sempre più difficile immaginarla». E se poi si spara sul futuro a lunga gittata, Fede risponde con il sorriso: «Come mi vedo a 70 anni? Spero come Mara Maionchi».
 

Ultimo aggiornamento: 2 Dicembre, 11:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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